Il film bosniaco
Snijeg – Neve
, di Aida Begic ha vinto la terza edizione del Film Festival del
Garda “
Oltre/Luogo
”che si è concluso a Salò la sera dell’8 dicembre 2009. La giuria – presie-
duta dallo storico del cinema, saggista e critico Gianni Rondolino, e
della quale facevano parte la pianista e attrice Alessandra Agosti, il cri-
tico, organizzatore e programmatore di sale, nonché sindaco di Rezzato
Enrico Danesi; la saggista e docente universitaria Silvana Turzio e la
documentarista, docente e organizzatrice di rassegne Nadja Veluscek –
ha valutato i sei film in concorso assegnando il primo premio del
“Ricciolo d’oro”, alla storia corale delle donne bosniache, con la
seguente motivazione: “
per l’intensità e la delicatezza dello sguardo
femminile sulla realtà quotidiana di un villaggio bosniaco che vive la
tragedia, ma sa anche – con sommessa vitalità – andare oltre essa
aprendo a un futuro di speranza
”.
Menzioni speciali sono andate al turco
Autunno-Sonbahar
di Ozcan Alper e al documentario
211: Anna
di Giovanna Massimetti e Paolo Serbandini.
FRANCIS FORD COPPOLA E LA “SUA” LUCANIA
Non perde occasione il maestoso regista Francis Ford Coppola, del
quale è di recente uscito il film
Segreti di famiglia
, di fare riferimento
alle sue radici, alla Lucania di suo nonno.
“
Sono fiero di venire da una famiglia di immigrati – sostiene – mi sento
profondamente italiano: tutti i miei nonni provengono da qui, tre dalla
zona di Napoli, il quarto dalla Basilicata, da Bernalda
”. Con tali afferma-
zioni il regista di tanti capolavori esprime il valore dell’interscambio cul-
turale che viene dalle migrazioni: “
La forza dell’America, la ragione per
cui è un grande Paese, sta nel suo essere composto al 100% da immigra-
ti, che lì hanno avuto la possibilità di esprimere al meglio i loro talenti
”. Coppola si è sofferma-
to in occasione del suo recente viaggio in Italia, anche sull’estro musicale di suo padre,
Carmine Coppola, che era stato primo flauto dell’Orchestra Toscanini, nonché autore delle
musiche per
Il Padrino
e per
Apocalipse now
.
UN GIORNO NELLA VITA
Si segnala qui per certe riposte affinità di contenuto e di forma
rispetto a noi di
CineArte
, il film
Un giorno nella vita
, di Giuseppe
Papasso. È una favola, ovvero la storia di un sogno ambientato
nella Basilicata del 1964. Folta vi compare la partecipazione (con
relativa emozione) per l’avvenuta scelta dei circa cinquecento
ragazzi pugliesi e lucani.
L’amore per il cinema è al centro del racconto. Salvatore, a dodici
anni, finisce in riformatorio per avere acquistato un vecchio proiet-
tore con soldi rubati. La felicità del ragazzo è durata ben poco: non
così l’inevitabile corollario delle beghe politiche e interfamiliari
tipiche dei paesi del sud.
Notevole nel film l’uso del colore anche per l’influenza di Gabriele Salvatores (
Io non ho
paura
), con quei gialli solari della campagna del basso Melfese.
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