CineArte on line 2007 - 213 - page 522

Caro Direttore, ti ringrazio se vorrai pubblicare:
GIORNALISTI
FREE LANCE
, PERICOLI E PRECARIETÀ
Il recente assassinio del giovane Polenghi, il
reporter free lance
ucciso nei recenti scontri
di Bangkok nella lontana Thailandia, ripropone con forza i rischi di quanti sono in prima linea
per raccontare le guerre, i disordini sociali e i drammi quotidiani. E spesso si tratta di
reporter
senza contratto. Era
free lance
anche il nostro conterraneo Raffaele Ciriello, ucciso in
Palestina, a Ramallah, nel marzo del 2002, mentre svolgeva il proprio lavoro di
reporter
di
guerra.
Quello che emerge, tuttavia, con le incognite del mestiere, è che molti dei
free lance
vivo-
no nell’incertezza retributiva, nel precariato più totale. Lo era Polenghi, e tanti altri come lui.
Secondo una recente indagine svolta dall’
Ordine dei Giornalisti
, gli operatori dell’informazio-
ne con contratti di collaborazione sono la “chiave”dei bilanci degli editori, coloro che assicu-
rano una mole di lavoro enorme a costi “fuori dal mercato” e sempre più spesso fuori dalle
regole. Le testate, anche le più illustri e, cosa più grave, quelle che beneficiano dei contributi
statali, fanno ricorso a dosi massicce di precariato, pagando spesso “cifre ridicole”. Si tratta di
somme che l’
Ordine dei Giornalist
i, a livello nazionale, ha deciso di documentare, andando a
scovare casi esemplari e per nulla rari di giornalisti che, dietro garanzie dell’anonimato, hanno
raccontato le proprie storie. L’inchiesta parte da articoli pagati tra i 2,5 e i 12 euro; inchieste di
dieci pagine con foto pagate 200 euro al massimo; di notizie “brevi” pagate 2 euro. E poi – con-
tinua l’inchiesta – ci sono lavori
full time
a 5 giorni la settimana con turni dalle 6 del mattino,
sabato e festivi compresi, con retribuzioni di 600 euro mensili. Ci sono agenzie di stampa che
pagano 5 euro per ogni “lancio”, ed ancora quotidiani
on line
che offrono 1,5 euro ogni mille
click sulla notizia. Ancora pezzi – denuncia l’inchiesta dell’
Ordine
– che vengono pagati a peso
come fossero derrate alimentari: 0,00475 euro a battuta. Tutte situazioni accomunate dal ritar-
do (quando va bene) nei pagamenti.
Quanto evidenzia l’
Ordine dei Giornalisti
richiede anche un intervento della politica. Un
intervento che permetta di garantire una corresponsione adeguata a chi lavora in giornali che
usufruiscono del contributo statale. Il ministro della Gioventù, Meloni, si è dichiarata disponi-
bile a “lavorare sull’ancoraggio dei contributi al rispetto di determinati parametri. Per quei
giornali che non accedono ai fondi statali, potrebbe essere introdotto un bollino blu, per evi-
denziare quali testate abbiano comportamenti virtuosi”. Qualcosa potrebbe cambiare?
Armando Lostaglio
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