intesa con la romana Università Gregoriana, riconobbe (grazie al progetto
“filmare l’ineffabi-
le”
) un così pertinente diritto di cittadinanza ai processi creativi cinematografici, è uno dei
complessi più attrezzati al mondo per quanto riguarda la produzione visuale.
Il fare cinema e il fare arte in una prospettiva aperta alla trascendenza (senza forzature didatti-
che e nel rispetto della libertà) costituisce in sé, e per i riflessi che comporta, un’esperienza cul-
turale e tecnologica pubblica e collettiva, che andrebbe con severo impegno studiata, approfon-
dita, ripresa anche da chi non viva con la stessa drammatica intensità nostra il crepuscolo di
una dimensione millenaria dell’uomo. Ma, in proposito, va annotato il fatto che, prescindendo
dall’impegno intensivamente cinematografico, le metodologie formative adottate da
Guadalajara nello studio sistematico della storia dell’arte vantano, nella parallela “Cattedra di
Arte Sacra” della Università, anch’essa messicana, di Monterrey, una struttura in tutto e per
tutto convergente per ciò che attiene ai processi formativi ed alle idealità. L’auspicio è che tutto
ciò sia di stimolo e incoraggiamento a coloro che non hanno ancora deposto le armi.
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