seminati in tutto il territorio venezuelano,
offrono oggi ad un numero eccezional-
mente ampio di ragazzi, lo studio gratuito
della musica, in proporzione diretta con lo
stato di gravità del loro disagio sociale ed
economico.
Si reputa che, grazie alla rete attiva dei
suddetti nuclei, siano oggi 300.000 circa i
bambini in grado di apprendere fruttuosa-
mente musica, dalle Ande all’Amazzonia.
Si calcola per altro che, nel corso dei quat-
tro anni delle riprese cinematografiche di
Barbarossa, il totale degli aspiranti musici sia stato largamente raddoppiato. Va comunque sot-
tolineato che l’esplosione del diffuso talento infantile venezuelano, convogliato nelle forme
“difficili” della tradizione sinfonica classica, ha trovato un terreno che a dir fertile è poco in
una generazione virtualmente feconda grazie anche al sottofondo popolare che fa del ballo, dei
ritmi afroamericani e andini, della “salsa” e dei “boleros” costantemente irradiati dalle radio
locali (e perfino nelle improvvisate percussioni su una latta o su un cartone) la costante sono-
ra delle ore e dei giorni.
Tutto ciò è sullo sfondo, si è detto. Nel concreto delle singole manifestazioni, Barbarossa
ha scelto di trasferire sullo schermo, come accennato, quattro anni della vita musicale di otto
protagonisti, interpretandone in modo esemplare le vicende quotidiane, in sintonia sincrona
con lo svolgimento del percorso musicale intrapreso.
Delle scuole popolari venezuelane ha scritto Claudio Abbado, direttore d’orchestra e com-
positore di vertice in Italia e nel mondo:
Questa è una istituzione meravigliosa, un’idea fanta-
stica. La musicalità, l’entusiasmo e i talenti di questi bambini sono un esempio per il mondo
intero. Una delle esperienze più belle che abbia mai vissuto
.
Vittorio Di Giacomo
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trailer
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