CineArte on line 2007 - 213 - page 478

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“Nel modellare un’opera, l’artista esprime di fatto se stesso a tal punto che
la sua produzione costituisce un riflesso singolare del suo essere, di
ciò che
egli è e di
come
lo è. [….] L’artista, infatti, quando plasma un capolavoro,
non soltanto
chiama in vita la sua opera
, ma per mezzo di essa, in un certo
modo,
svela anche la propria personalità.
Nell’arte egli trova una
dimensione nuova e uno straordinario canale d’espressione per la sua
crescita spirituale. Attraverso le opere realizzate, l’artista
parla e comunica
con gli altri.
La storia dell’arte, perciò, non è soltanto storia di opere, ma
anche di uomini”. [….]
“Il tema della
bellezza
è qualificante per un discorso sull’arte. [….] Nel
rilevare che quanto aveva creato era cosa
buona
, Dio vide anche che era
cosa
bella
. Il rapporto tra
buono
e
bello
suscita riflessioni stimolanti. La
bellezza è in un certo senso
l’espressione visibile del bene,
come il bene è
la condizione metafisica della bellezza
” [….]
“L’artista vive una peculiare relazione con la bellezza. In un senso molto
vero si può dire che la bellezza è la vocazione a lui rivolta dal Creatore col
dono del “talento artistico”. [….] Tocchiamo qui un punto essenziale. Chi
avverte in sé questa sorta di scintilla divina che è la vocazione artistica - di
poeta, di scrittore, di pittore, di scultore, di architetto, di musicista, di atto-
re… - avverte al tempo stesso l’
obbligo di non sprecare questo talento,
ma
di svilupparlo, per metterlo a servizio del prossimo e di tutta l’umanità”.
[….]
“In effetti, ogni autentica intuizione artistica va oltre ciò che percepiscono i
sensi e, penetrando la realtà si sforza di interpretarne il mistero nascosto.
Essa scaturisce dal profondo dell’animo umano, là dove l’aspirazione a
dare un senso alla propria vita si accompagna alla percezione fugace della
bellezza e della misteriosa unità delle cose. Un’esperienza condivisa da
tutti gli artisti è quella del divario incolmabile che esiste tra l’opera delle
loro mani, per quanto riuscita essa sia, e la perfezione folgorante della bel-
lezza percepita nel fervore del momento creativo: quanto essi riescono ad
esprimere in ciò che dipingono, scolpiscono, creano non è che un barlume
di quello splendore che è balenato per qualche istante davanti agli occhi del
loro spirito”. [….]
“Ogni forma autentica d’arte è, a suo modo, una via d’accesso alla realtà
più profonda dell’uomo e del mondo. Come tale, essa costituisce un ap-
proccio molto valido all’orizzonte della fede, in cui la vicenda umana trova
la sua interpretazione compiuta”. [….]
“Il Concilio celebrato a Nicea nel 787, che stabilì la liceità delle immagini
e del loro culto, fu un avvenimento storico non solo per la fede, ma per la
stessa cultura. L’argomento decisivo a cui i Vescovi si appellarono per di-
rimere la controversia fu il mistero dell’Incarnazione: se il Figlio di Dio è
entrato nel mondo delle realtà visibili, gettando un ponte mediante la sua
umanità tra il visibile e l’invisibile, analogamente si può pensare che una
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