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IL CINEMA DI ANIMAZIONE
di Daniele Casolino
Quello che segue ci sembra sinceramente un buon inizio in tema di collaborazione
“esterna”, da parte del pubblico giovane che ci segue. Si tratta del brano di una tesi di
laurea, ovviamente inedita, che meriterebbe a nostro avviso di essere pubblicata. E
chissà che non possa esserlo, grazie anche ad una nostra mediazione, che auspichiamo
senza promettere. L'autore, Daniele Casolino, romano, laureato in Lettere all'Universi-
tà “La Sapienza”, videomaker e organizzatore di eventi culturali, nonché ricercatore
eclettico e versatile, pratica anche la musica: componendo, eseguendo, sondandone il
sostrato teoretico.
La carenza di documentazione richie-
de come prima cosa una completa de-
finizione dei termini. Compito non
semplice in una realtà complessa come
quella del cinema d'animazione. Una
prima definizione può essere data in
negativo rispetto al cinema canonico
“dal vero”. Come si può leggere nel
vigente
statuto
dell'ASIFA¹
(
Association Internationale du Film
d'Animation),
per cinema d'animazio-
ne si intende tutto ciò che non è sem-
plice ripresa della vita reale a venti-
quattro fotogrammi al secondo. Certa-
mente tale definizione, nella sua va-
ghezza, non risolve il problema di ba-
se, ma, d'altro canto, mostra, proprio
per questa sua indeterminatezza, la
vastità del garbuglio estetico e teorico
in genere che sta alla base di un tale
tipo di produzione, artistica o spetta-
colare che si voglia. Più precisa ed
orgogliosa risulta la definizione che
troviamo nello statuto precedente della
stessa associazione:
Il cinema dal vero procede con una analisi meccanica, per mezzo della fotografi-
a, di avvenimenti simili a quelli che saranno resi sullo schermo; mentre il cine-
ma di animazione crea gli avvenimenti per mezzo di strumenti diversi dalla regi-
strazione automatica
²
.
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¹ ASIFA,
Association Internationale du Film d'Animation,
Statuto, su
² In Giannalberto Bendazzi,
Cartoon, cento anni di cinema di animazione,
Marsilio, Venezia
1988-'92, p.12
