NOVITÀ DA GERUSALEMME
Prima di diventare la Città Santa, meta dei pellegrini cristiani,
Gerusalemme visse una stagione di cui gli archeologi non han-
no ancora bene individuato le vicende. Ma di recente, non più
lontano dello scorso autunno, come ci attesta dalle colonne del-
l’
Osservatore Romano
l’archeologo Fabrizio Bisconti (dal qua-
le riprendiamo queste note), un’estesa campagna di scavo,
diretta da Doron Ben-Ami, ha illuminato di nuova luce la fase
tardo-antica della città, rendendo visibile, nella zona archeolo-
gica, dove si elevava il nucleo più antico di Gerusalemme, la
struttura di un edificio di oltre mille metri quadrati. La fabbri-
ca, già di imponenti proporzioni non ancora accertate, lascia
intendere, come scrive il Bisconti, che
l’abitato romano, con-
tro le supposizioni del passato, valicasse i limiti disegnati del-
la città ottomana, per estendersi verso la valle di Silwan
. La
monumentale costruzione ha attratto l’interesse dei ricercatori non tanto per le proporzioni fuo-
ri misura, quanto per i connotati architettonici e per l’insolito apparato decorativo, nonché per
l’uso dei materiali rinvenuti in corso d’indagine: indirizzando di conseguenza giudizi e opinio-
ni verso il III secolo dopo Cristo.
L’edificio
– attesta il Bisconti –
si articola attorno ad un ampio cortile colonnato, che attra-
verso corridoi coperti, dà accesso ad una serie di ambienti decorati ad affresco, secondo uno
stile e un’ iconografia che recuperano i sistemi decorativi di tipo geometrico e fitomorfo diffu-
si dall’arte romana della tarda antichità
.
È accertato che il complesso architettonico si sviluppasse su due piani, anche se è tuttora arduo
vederci chiaro, per il successivo crollo delle strutture murarie, forse a causa di un terremoto.
L’opinione prevalente è al momento che il palazzo, un sontuoso edificio abitativo di tipo pri-
vato, sia segno di un’altissima committenza. Qualche analogia può essere ravvisata con alcu-
ne lussuose dimore di Antiochia, Apamea, Palmira.
Marco Ovidio Giotti
2
Burchard del Monte Sion,
Gerusalemme e i luo-
ghi santi.
Bibliothèque Nationale, Parigi, Ms fr 90-
87 (part.)
VITTORIO VENETO FILM FESTIVAL
L’importanza del cinema come momento di crescita culturale dei ragazzi è un
principio affermato dalla Carta dei diritti dell’ONU e da diverse risoluzioni del
Con siglio d’Europa. In un tale ambito promozionale si situa – nella cornice del
Vittorio Veneto Film Festival
( la cui ultima edizione si è svolta nei giorni 25-
28 dello scorso mese di febbraio) – l’intensa attività dell’
Associazione Quattro-
cento colpi
, i cui fini progettuali riguardano per l’appunto la promozione del
cinema come strumento didattico per i ragazzi, sostenuta dal punto di vista nor-
mativo da una serie di provvedimenti che lo Stato Italiano ed altre istituzioni
hanno preso proprio in tal senso.
L’
Associazione Quattrocento colpi
nasce nel 2008 attraverso laboratori video,
corsi di formazioni e la programmazione di una singolare rassegna di film per
ragazzi, di elevata qualità artistica: rassegna da realizzare in stretto contatto con le scuole e con le
famiglie nel territorio veneto e, in particolare, in più spazi della provincia trevigiana. Va notato che
tali film vengono proiettati per la maggior parte in prima nazionale e in lingua originale con dop-
piaggio, traduzione
oversound.
Al termine della proiezione di ciascun film sono previsti discussioni
e dibattiti con esperti animatori ed eventualmente con gli autori presenti in sala. Ogni film sarà inol-
tre accompagnato dal confronto tra sceneggiatura e realizzazione al fine di approfondire il rapporto
fra tema, letteratura e visione .Va altresì sottolineato che tutto ciò è programmato, per norma, senza
alcun discapito della rassegna competitiva prevista dal
Vittorio Veneto film festival
vero e proprio, che
prevede la proiezione di più lungometraggi suddivisi per tre fasce di età : opera di autori contempo-
ranei inediti, selezionati in europa e nel mondo. Ultima annotazione: nel corso del festival maggiore
è previsto uno specifico laboratorio di “educazione audiovisiva”, finalizzato alla produzione di un fil-
mato breve, dai 5 ai 10 minuti, dal titolo
Il videogiornale del festival
.
Vittorio Di Giacomo