CineArte on line 2007 - 213 - page 377

NICOLA PIOVANI
Aveva 22 anni Nicola Piovani, giunto oggi all’apice
della stima e della popolarità come pianista, compo-
sitore e direttore d’orchestra, quando mise animo,
orecchio e mano a servizio del
Movimento
Studentesco
, per dotare di colonna sonora, la prima
della sua carriera, i cinegiornali realizzati da un col-
lettivo guidato da Silvano Agosti.
Oggi, con l’Oscar per
“La vita è bella”
di Roberto
Benigni, i tre David di Donatello per
“Ginger e
Fred”
di Fellini,
“Caro diario”
e
“La stanza del
figlio”
di Moretti; due Nastri d’argento e due Ciac
d’oro; la “nomination” al César; il premio del pub-
blico e la menzione speciale della Giuria al Festival
“Musique et Cinéma”
di Auxerre, Piovani è il leader
in Italia di una generazione di musicisti di livello altissimo, che nel cinema e nel sinestesico
accordo con altre, integrate forme d’arte, hanno trovato non già il limite, ma l’incentivo a fare:
e a far bene.
Per ciò che riguarda Piovani, fermo restando quanto a lui attribuito nel contesto di questa
nostra rivista (cfr. Anno II, n. 1), a proposito di
“Concerto fotogramma”
, giova disporre in
linea (giova a noi, digiuni di epistemologia e di linguaggio della musica, ma curiosi di scienze
umane e appassionati di ascolto musicale) tutta una serie di accoppiamenti interlinguistici, di
specie intermediale:
musica e immagine visiva, musica e parola poetica, musica e canto, musi-
ca e voce recitante, musica e danza, musica e dramma, musica e commedia, musica e organi-
co strumentale
: estratti ognuno, con empirica disinvoltura, da altrettante
performances
realiz-
zate, nell’incalzare della sua vulcanica operosità, da Nicola Piovani.
Il quadro che ne risulta – nonostante le approssimazioni – ci sembra utile a definire, con il
sussidio teoretico della
Psicologia della percezione
novecentesca, altrettante
tipologie forma-
li,
unitarie: unità di componenti integrate, e non semplici somme di addendi.
L’idea che ci frulla in mente è che alla stregua di quanto concepito dalla
Gestaltpsychologie
(
Psicologia della forma)
: Rudolf Arnheim in particolare – si possa ipotizzare accanto alla
nozione di “pensiero visivo”, per analogia, la nozione di un “pensiero musicale” di cui Nicola
Piovani – visto come colui che pensa “la realtà” – tutta la realtà –
sub specie musicae
, potreb-
be figurare al tempo nostro fra i protagonisti più accreditati.
Ciò detto, l’intera area dell’opera musicale di Nicola Piovani, sia pure percorsa a volo d’uc-
cello, rivelerebbe un senso e una dimensione specifici, pertinenti la genesi estetica della sua
arte.
In tale prospettiva, andranno utilmente posti in elenco i contributi in opere, che si addensa-
no nella musicografia di Piovani. Al primo posto vi figureranno, in ragione della loro prepon-
deranza quantitativa, le centotrentasei colonne sonore – in comunione, e non in semplice giu-
stapposizione – con altrettanti nomi di registi (spesso ritornanti): per l’Italia gli Agosti, i
Bellocchio, i Benigni, i Carpi, i Citti, i Fellini, i Magni, i Moretti, i Proietti, i Taviani, i
Tornatore; per l’estero i Bigas Luna, i Bodrov, i Gabor, gl’Irvin, i Lioret, i Makaveyev, gli
Stelling, i Thompson, gli Schmitt, i Van Verborg.
Seguiranno in elenco i contributi teatrali: le musiche di scena per gli allestimenti di Carlo
Cecchi, Luca de Filippo, Vittorio Gassman, Pietro Garinei, Gigi Proietti, Maurizio Scaparro.
Come autore di canzoni, Piovani va ricordato per la collaborazione, negli anni Settanta, con
Fabrizio De Andrè, e con Benigni per il suo
tour
teatrale.
Alla fine degli anni Ottanta ha inizio il sodalizio artistico di Piovani con lo scrittore
Vincenzo Cerami. Insieme, fondano la “Compagnia della Luna”, con l’idea di dar vita ad un
genere di teatro che, in quel frangente negativo, non trova spazio – se non fra mille stenti –
sulla scena italiana: un teatro in cui musica e parola abbiano pari e integrata dignità artistica,
sostenendosi a vicenda. Folti e bene accetti dal pubblico i frutti: «
La Cantata del Fiore
» e «
La
cantata del Buffo
» (200 repliche, in coppia); «
Il Signor Novecento
» (1992) e «
Canti di scena
»
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Foto di Tommaso Le Pera
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