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IL CRISTO PELLEGRINO
DI NINO UCCHINO
Mio caro giovane amico, che chiamo con il semplice nome di battesimo (per rispetto della privacy) , anzi con
il suo diminutivo, Turi: mi fa veramente piacere che tu abbia colto l’eccellenza del Cristo di Nino Ucchino,
allineandoti nel giudizio , addirittura, con uno dei maestri contemporanei della storia dell’arte, Claudio Stri-
nati, del quale ti riporto una frase: “ Cristo...è visto e rappresentato come un pellegrino o, meglio, come ‘ il
pellegrino per antonomasia’. E tanto più impressionante è la tecnica esecutiva. Infatti la figura temprata
nell’acciaio, secondo un procedimento tipico di Ucchino, ispira un’idea di fermezza incrollabile e, insieme, di
mite bontà. E’ quello che tutt i vorremmo: la presenza divina a contatto con la quotidianità, senza che si av-
verta alcuna cesura tra la metafisica e il mondo”.
E ti dico che, se ti capiterà di transitare tra Catania e Messina, potrai fermar ti a Savoca, dove Nino Ucchino
da tutti con osciuto è di casa e lavo ra: potrai co sì tornare ad ammirare il Cris to che ti è p iaciuto. Anzi ag-
giungo: perché non provi a fotografarlo (avendone chie sto il permesso che, date le circostanze , non potrà
mancare), riprendendolo nel totale e nei particolari con una cinepresa , se ne disponi, e perciò con movimen-
ti di macchina; o , altrimenti, con una fotocamera: al limite , con quella del telefonino?
Buona fortuna per i tuoi studi e un caro saluto,
Vittorio Di Giacomo
Il Cristo. Acciaio nox - h 250 m