CineArte on line 2007 - 213 - page 498

vostra amicizia?
Jorge Amado era un compagno straordinario. Sono
indimenticabili gli incontri che ho avuto con questo
grande scrittore e con sua moglie Zélia Gattai. Non mi
ricordo con esattezza come li ho conosciuti: ma come
mi è caro il ricordo dei nostri dialoghi interminabili,
dell’allegria di Jorge, della simpatia di questa coppia!
Nel libro del ’99 “Le curve del tempo. Memorie” lei
scrive:
Com’è bella l’Italia e come sono buoni e alle-
gri i nostri amici italiani. Come mi piaceva conosce-
re le opere del Palladio, di Brunelleschi, il Palazzo
dei Dogi ...
Lei ha lavorato molto in Italia, a Milano,
Torino, Venezia, Vicenza e Ravello. E nel 2007 ha
ricevuto il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana con-
cessole dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano…
Mi sono sentito veramente molto onorato nel ricevere questo premio dall’Italia. Parlo sempre
con molto affetto e entusiasmo dell’Italia, della sua gente amabile, del peso della sua cultura
artistica. L’Italia… percorrere questo paese significa incontrare dappertutto la bellezza in
modo sempre sorprendente. Ho fatto molte amicizie che coltivo ancora oggi… insieme ai tene-
ri ricordi che ho dei miei viaggi a Venezia.
L’
Istituto di Architettura e Umanità
a Niterói è un progetto a cui lei è molto interessato.
Perché?
La denominazione corretta è
Scuola di Architettura e
Umanità
. Cerca di rispondere alla problematica della
formazione che affligge i giovani in Brasile, specie
quelli che escono dai corsi di livello superiore. In
questa Scuola un ampio spazio sarà riservato a
incentivare la lettura – non solo di scrittori, ma anche
di intellettuali che hanno dato contributi in campi
diversi come la Filosofia, la Teoria Politica, la Storia,
l’Economia, per affrontare le grandi questioni che
formano il tessuto della nostra vita. L’obbiettivo di
questa istituzione è creare un corso più libero che
includerà anche attività connesse alla mia architettu-
ra e al tempo culturale in cui essa si inserisce.
Che cosa rappresenta l’architettura nella sua vita?
È il mio lavoro. È l’attività a cui mi dedico con maggiore entusiasmo, pur essendo cosciente
che la cosa importante non è l’architettura. Le cose fondamentali sono la vita, gli amici, la
famiglia, questo mondo ingiusto che dobbiamo trasformare.
Qual è il suo sogno oggi?
Forse è quello di veder funzionare la
Scuola di Architettura e Umanità
nella città di Niterói.
L’Intervista ori ginale è stata concessa ad Antonella Rita Roscilli
e pubblicata in Brasil e su
Alias,
de
Il Manifesto
2
Amado e Niemeyer. Foto scattata da
Zélia Gattai Amado
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