CineArte on line 2007 - 213 - page 492

IL SENSO DELLA NEVE.
IN RICORDO DELLO SCRITTORE BENIAMINO PLACIDO
Rionero in Vulture. “Ma ha fatto la neve a Ciaulina? ” È la doman-
da ricorrente che, nelle sue telefonate invernali a parenti ed amici di
Rionero, lo scrittore e saggista Beniamino Placido (da poco scom-
parso) poneva da Roma, per informarsi della neve caduta nella sua
cittadina di origine. E Ciaulina in particolare, la collina alle pendi-
ci del monte Vulture, è il primo punto che diventa imbiancato, e l'ul-
timo dal quale la coltre bianca lentamente scompare.
Almeno questo riaffiora nella tradizione orale, che evidentemente
allo scrittore e saggista di origine rionerese (non più giovanissimo)
era rimasto impresso nella memoria. Con quel senso dei lucani per
la neve (parafrasando quel romanzo di Peter Hoeg, da cui il film di
Bille August
Il senso di Smilla per la neve
), che quest’anno ha fat-
to rinverdire le memorie di ben più lontane nevicate, come quella
del Cinquantasei rimasta la più terribilmente decantata. Si racconta
ancora che per le vie dei nostri paesi si era costretti a perforare i metri di neve e realizzare addi-
rittura delle gallerie, autentici trafori pedonali. Lo ricorda un settantenne che allora aveva poco
più di vent’anni: un ricordo nostalgico quanto di dolore per i lunghissimi disagi vissuti dalle
popolazioni. Nei quartieri di case basse, ci si raccomandava addirittura la sera precedente:
“Domani mattina, chi prima riesce ad aprire la
porta di casa, tolga la neve a quella vicina, per
consentire che si possa aprire l’uscio”. Tempi dif-
ficili che le nevicate dello scorso inverno hanno
appena fatto riaffiorare. E poi la corrente elettrica
che immediatamente, già dai primi fiocchi, veniva
a mancare, come pure l’acqua corrente per via
delle gelate alle condutture. Per cui, ricordano
quelli più anziani, si doveva sciogliere la neve nei
tegami sul fuoco del camino.
Ripercorrere a ritroso il tempo passato, è come
riappropriarsi delle stradine ancora innevate e
ghiacciate di questa stagione freddissima, che
smentiscono o fanno per un momento dimentica-
re il tanto denunciato “riscaldamento del pianeta”,
come ci ricorda un giovane studente.
E con i ricordi di Placido e di Ciaulina, riper-
corriamo le strade attorno al Vulture imbiancato
come non mai. I colori intensi del crepuscolo si
chiudono sul manto bianco della sera; si ritorna
per le stradine del centro da percorrere con pru-
denza, mentre il ghiaccio riflette il cielo sereno
delle gelate notturne. Così il poeta andaluso Jimé-
nez ci sussurra che
Accade che le stelle / non si
schiudano in cielo. Ed è il suolo a brillare / al pari
di un firmamento stellato
. Continua così ad
accompagnarci sulla strada che riflette le stelle,
quel calore antico delle viuzze innevate, in un crepuscolo d’inverno, per quel senso dei lucani
per la neve.
A.Lo.
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