CineArte on line 2007 - 213 - page 121

BABELGUM ONLINE FILM FESTIVAL
All’origine c’è la volontà di far leva sui più recenti ritro-
vati della tecnologia
WEB
a larga banda, per scardinare il
sistema ormai sclerotizzato del
broadcasting
televisivo,
insediatosi da più di mezzo secolo ai posti di manovra del
sistema, per poter pilotare un’opinione pubblica senza più
opinioni né idee. Un
broadcasting
, aggiungo, forte del
rullo compressore di un narcotizzante apparato pubblicita-
rio, palese ed occulto; alle spalle del quale agisce il mali-
zioso disegno di trasformare esseri pensanti negli “uomini
vuoti”, gli “
hollow men
”, esposti alla gogna profetica dal
poeta Thomas Stearns Eliot:
Siamo gli uomini vuoti /siamo gli uomini imbottiti /
che appoggiano l’un l’altro / la testa piena di paglia [...]
figure senza forma, ombra senza calore /
forza paralizzata, gesto senza impulso.
Ma c’è anche dell’altro, che affiora da quel fragoroso
stand-by
televisivo: la voglia di fare di
Internet
la palestra dei giovani talenti, che nell’esercizio del linguaggio interattivo e multime-
diale, si riconoscono per potersi esprimere a livello professionale, nel lavoro e nella vita. Ma,
in parallelo, affiora il sacrosanto impulso a sottrarre i generi cinematografici e audiovisivi,
ingiustamente giudicati minori, alla rapace tirannia di una
fiction
megagalattica, industrializ-
zata secondo i canoni. Una tirannia cui si accompagna per vie trasverse, sempre su scala indu-
striale, il mercimonio del manufatto d’arte.
L’occasione per affrontare l’argomento in termini espliciti e azzardare un giudizio, ci è offerta
dal varo del primo
Film festival on line
, inaugurato di recente e tuttora in corso, visibile da
ognuno sul sito
. È un festival a cui risultano iscritte a concorso, nella
misura temporale unitaria dei 13’, più di mille opere cinematografiche, di cui il 60% espressa-
mente prodotto per il piccolo schermo, suddivise in quattro sezioni: l’animazione, i corti, i
documentari veri e propri, i film ambientali, come ebbe a comunicare alla stampa al momento
del lancio, nel mese di marzo, Valerio Zingarelli, il manager che, dopo avere in passato coor-
dinato la realizzazione delle reti mobili di “Vodafone” in Europa, è passato armi e bagagli a
gestire Babelgum, con ubiquo prestigio, dalle sedi coordinate di Milano, Dublino, Sophia
Antipolis (in quel di Nizza), New York.
Ma il fondatore nel 2005 di Babelgum – definita salvo errore o omissione come la prima e
autentica
WEB TV
del mondo, impostata con indirizzi creativi e tendenzialmente professiona-
li – è un altro italiano, Silvio Scaglia, presidente emerito di “Fastweb”. E la risposta attuale,
socialmente e culturalmente credibile, nell’attesa di un congruo accredito, è quella di una
audience
giovane e sensibilmente dotata, che non nasconde a se stessa l’aspirazione ad uscire
dal guscio.
Va tuttavia sottolineato che il personaggio determinante per la causa della
Web TV
è stato ed è
agli occhi della moltitudine – grazie al progetto
Babelgum on line Film Festiva
l – un personag-
gio carismatico quanto altri pochi; ossia il regista di culto dell’ultima, agguerrita generazione
del film USA: l’afroamericano Spike Lee. Questi appare, col
battage
pubblicitario che lo
accompagna di consueto, sulla scena di una svolta epocale per le sorti della televisione, con un
carnet straricco di successi e di premi (
Lola darling
,1986;
Aule turbolente
,1988;
Fa’ la cosa
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