L’UNIVERSITÁ CATTOLICA E LE COMUNICAZIONI SOCIALI
In un mondo che, a partire dal fatale 1 settembre, mostra di vole-
re affidare ai soli argomenti della forza, le residue ipotesi di isti-
tuire un simulacro di convivenza – non importa quale – fra gli
stati, le nazioni, le comunità religiosamente ispirate, l'appello alle
strategie della comunicazione sembra essere rimasto l’ultimo ten-
tativo possibile, dotato in qualche misura di ragionevolezza e di
senso comune.
L’identità e la missione di una “Facoltà di Comunicazione”
nell’Università Cattolica
,
non è più, perciò, soltanto l’argomento
dell’ultimo congresso organizzato dal
Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali
, lo scorso maggio, presso la
Pontificia
Università Urbaniana
, bensì una sorta di “linea del Piave” a cui
affidare le residue speranze di un’accettabile convivenza, fonda-
ta sull'ascolto e sul dialogo tra uomini e paesi. La prova ne è giun-
ta, in occasione di quell’evento congressuale, dalla partecipazione di studiosi ed esperti prove-
nienti da ben 43 paesi, in rappresentanza di 45 atenei e di 13 fra istituzioni e organismi ope-
ranti nel settore dei media. Tra gli obiettivi, come ha avuto modo di dichiarare il presidente del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
, Mons. Celli, è per l’appunto il proposito di
promuovere un confronto a largo raggio avente per tema lo stato attuale della Comunicazione
dal punto di vista ideologico e tecnico; la quale, nel prefigurare orizzonti futuri e potenzialità
sempre nuove, pone alle coscienze delicati problemi sul fronte delle responsabilità etiche. Nel
merito, va sottolineato che il
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
ha scelto, come
sua modalità di cammino, precisamente quella del dialogo, nonchè dello scambio e della comu-
nione delle rispettive esperienze. Un dialogo, quindi, che non sia fine a se stesso ma contribui-
sca ad agevolare l’
iter
di una riflessione risoluta a non farsi soffocare – com' è nei voti di ogni
cristiano – nelle spire del male assoluto.
3
