TRASFIGURATO IL CENACOLO DI LEONARDO
Nel panorama cinematografico odierno, ammesso che si riesca a tener dietro con una certa con-
tinuità, e con un minimo sufficiente d'informazione, alla valanga di prodotti audiovisivi sfor-
nati a ritmo incalzante, la notizia che qui si riporta, riguardante l'estroso ed eclettico regista
inglese Peter Greenaway – pittore, studioso di architettura, frequentatore delle avanguardie di
più varia specie, videoartista in proprio – non poteva essere omessa. E non tanto per il fatto
ch'essa investe il ricorso alle nuove tecnologie digitali (che sembrano essere diventate il più
recente cavallo di battaglia di Greenaway), ma perchè la nuova esperienza tecnologica che lo
attende rivela in lui – come già avvenne per gli otto capitoli dedicati all'
Inferno
di Dante – una
familiarità con la cultura “alta” che, oggi come oggi, è il massimo riconoscimento attribuibile
ad un artista capace di tenersi al passo con i tempi.
La successiva novità di Greenaway che vanta un analogo precedente dedicato al celeberrimo
dipinto di Rembrandt,
La ronda di notte
– da “nero” realistico trasfigurato in “giallo” simboli-
co – prende di mira l'anche più celebre affresco dell'
Ultima Cena
leonardesca, nella milanese
Santa Maria delle Grazie. Il suo – di Greenaway – sarà il tentativo di “animare” il Cenacolo
con luci, proiezioni di altri dipinti, voci registrate attribuite agli Apostoli, così da drammatiz-
zare in modi del tutto inediti e (si spera) non arbitrari, un capolavoro assoluto, a cui la sacrali-
tà dell'arte, prima ancora di quella religiosa, vieterebbe ogni arbitraria manomissione.
Auguriamo a Greenaway, deciso a ripetersi in futuro con altri dipinti (
Le nozze di Cana
del
Veronese,
Las Meninas
di Velàzquez, la
Guernica
picassiana, le
Ninfee
di Monet), di compie-
re opera del tutto degna. Nulla ci vieta, nel frattempo, di rievocare le malevole critiche che
sommersero, all'età di diciotto anni, il nostro Luciano Emmer, geniale innovatore, per avere nei
suoi documentari messo in opera un montaggio degli affreschi di Giotto, narrativamente e
drammaticamente impostato.
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