LA BIBLIOMEDIATECA DI SANTA CECILIA
Con un gruppo di musicisti solidali, Giovanni Pierluigi da Palestrina dà vita, nel 1566, alla
Congregazione che diciotto anni dopo sarà insignita, da Papa Gregorio XIII, del titolo di
Accademia Musicale di Santa Cecilia
: oggi la più antica fra le sopravviventi accademie musi-
cali italiane. Qualche anno prima Pietro della Valle, teorico e compositore, avendo scritto che
con la Messa di Papa Marcello il Palestrina
“fu cagione che il Concilio di Trento non bandis-
se la musica dalle chiese”
– esposta com'era, la musica del tempo, alle insidie della maniera
profana – aveva dato spunto alla leggenda che fa del Palestrina il salvatore della musica sacra
in Italia.
Leggenda o verità (forse l'una e l'altra) fatto è che la veneranda “Accademia cinquecentesca”,
che della musica liturgica avrebbe fatto il suo vanto, sia oggi quella che, più di ogni altra, dà
voce e spazio alla “contemporaneità” della memoria, grazie all'uso sistematico degli espedien-
ti mediatici d'avanguardia. Facendo infatti leva sulle nuove tecnologie al servizio della cultu-
ra, oggi l'
Accademia di Santa Cecilia
è in grado di porre a disposizione dei musicofili le pro-
prie competenze e l'enorme patrimonio culturale in suo possesso. E lo fa operando in un con-
testo internazionale fatto di università, centri di ricerca, istituti
leader
del settore. Il motore di
codesta multiforme attività è alimentato dalla fonte originaria, la “
Bibliomediateca”,
che opera
attraverso le sue molteplici, efficienti risorse
on line
, in un ambito vasto e vario che va dai
periodici musicali di ieri e di oggi, all'area dei complessi digitalizzati della Biblioteca
Nazionale di Francia; per giungere quindi alla statunitense Biblioteca del Congresso, settore
musica; e far capo infine alle edizioni digitali, disponibili a fini di studio, costitutive del reper-
torio musicale mozartiano.
Per affinità con i nostri interessi specifici, legati alla visualità, citeremo infine la
“Collezione
iconografica”
di Santa Cecilia: 150 fra dipinti, disegni, stampe e sculture dal '600 in qua, già
in buona parte fotografati, ed ora in attesa di un'adeguata digitalizzazione che li renda facilmen-
te consultabili. Le fa coppia l' “
Archivio fotografico”
vero e proprio, testimone per immagini
delle attività accademiche, risalenti in special modo alla seconda metà del Novecento. Archivio
che vede accompagnarsi, in un contesto variegato e di spicco, uomini e cose: personaggi, stru-
menti, documenti di ricerca, eventi etnomusicologici e quant'altro attenga, in termini rigorosi,
alla fruizione della musica colta.
( M. P. )
La foto è dell’Accademia di Santa Cecilia
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