CineArte on line 2007 - 213 - page 433

Amalfi e Positano, di Licosa e Palinuro. Perduta
Pesto, e perduta, ahi come perduta!, la Calabria,
dall’uno all’altro mare. Perduta, ahimè perduta!, la
Sicilia dove l’onda ha ancora il colore del vino,
perduta la città dei Templi e quella delle Latomie
sommerse dalla stupida barbarie geometrile, perdu-
te Selinunte e Segesta, non più solitarie, e Noto e
Catania, la Conca d’Oro e la dolce Palermo.
Perdute, perdute, per sempre perdute!
La nostalgia, il rimpianto, il disincanto io non li
vivo come sentimento che cede all’elegia, ma
come non-rassegnazione. Non potrò mai rassegnar-
mi a questa perdita che disonora una generazione,
e fu da tutti così tranquillamente accettata. Il vero
terremoto quaggiù non fu quello che distrusse le
case a centinaia, ma quello che le costruì a miglia-
ia: e mai si videro più miserabili o pretenziose
galere. I soldi facili hanno fatto terra bruciata intor-
no. Per farli non ci volle poi molto – un’estorsione,
un carico di droga, un sequestro di persona – ma
per spenderli bene ci voleva cultura. Quella vec-
chia era morta, la nuova non era ancora nata. E li
hanno spesi malissimo, hanno imbrattato e imbrut-
tito. Chi poteva impedirlo non lo ha fatto, era a
Roma, impegnato nel gioco delle correnti e della
guerra fredda. Ma la vera guerra era questa che
stava distruggendo il Bel Paese. Sul Bello e sul
Brutto mai ci fu interpellanza parlamentare, mai
nessuno ne fece una Questione Nazionale.
Indifferenti all’unico patrimonio che la storia
aveva loro affidato non esercitarono mai diritto di
veto in nome del Popolo Italiano. Preferirono il
condono, cattolico apostolico e romano.
La mia elegia è inconsolabile e risentita. Nasce dalla tristezza che emana da questi luoghi
che si illudono ancora di essere dei luoghi ma si sbagliano, perché in realtà sono i “non-luo-
ghi”. È un luogo Taormina o solo un nome? Chi viaggia in Italia incontra ormai solo i nomi
che furono di luoghi bellissimi e una volta famosi. Incontra non-luoghi spettrali, ex luoghi
devastati, pseudo luoghi snaturati.
Chi arriva nella
Siren Land
trova la
Waste Land
, la Terra delle Sirene trasformata in Terra
Desolata.
La cultura, quella non la finiva mai di essere al corrente, e non perdeva mai l’occasione di
dire come le cose andavano fatte: ma lo diceva sempre a cose fatte. E mai reagì, mai si ribellò
veramente. Si è mai visto uno di loro, uno solo, per dolore o per protesta, darsi come un bonzo
alle fiamme in una piazza? Una perdita così grande però lo meritava…”
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Foto di Mara Pacella
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