senza una dura lotta e la lotta si combatte, non si amministra.
Con quali strategie? Occorrono indubbiamente un apparato giuridico e un apparato opera-
tivo. La legge che c’è è vecchia, non corrisponde più alla complicata casistica della situazio-
ne di fatto. Per fare una nuova legge i giuristi vorrebbero cominciare dalla definizione giuridi-
ca di bene culturale. È impossibile stabilire un criterio di discriminazione tra ciò che lo è e ciò
che non lo è: sarebbe come decidere fin da principio di non salvare un patrimonio storico, ma
alcuni esemplari di una specie estinta. Sono beni culturali quelli che i competenti giudicano
tali, e l’esecutivo dovrà agire sulla base di giudizi la cui motivazione è scientifica. Dunque gli
agenti della tutela sono i componenti, tutti, e il loro principale strumento sarà l’elenco. Per ora
non c’è, ma anche quando ci sarà non sarà fatto una volta per sempre, dovrà essere continua-
mente controllato, riveduto, aggiornato. L’elenco è un catalogo ragionato, la catalogazione è
ricerca scientifica, e questa non finisce mai. Le cose riconosciute come beni culturali vanno
difese contro i pericoli esterni e poiché siamo di fronte a un fenomeno di rigetto da parte del
sistema, l’azione difensiva dovrà essere essenzialmente politica.
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