CineArte on line 2007 - 213 - page 199

PAESAGGI SENSIBILI
“Paesaggi sensibili”, un gran bel titolo con quel suo fugace accenno ad una segreta affinità
tra l’essere della natura e l’essere dell’uomo, per lanciare con voce alta e ferma una campagna
di sensibilizzazione e denuncia per la salvaguardia delle sopravvissute realtà del paesaggio in
Italia, avendo a fronte, più o meno dissimulata, l’aggressiva voracità di una speculazione edi-
lizia senza remore nè freni.
A inalberare ancora una volta la bandiera del paesaggio in Italia ha provveduto “Italia Nostra”
riaffermando, alla scadenza del sessantesimo anniversario della Costituzione repubblicana, il
fermo proposito enunciato nell’ articolo 9, di salvaguardare il profilo storico, artistico e paesi-
stico di quello che fu il giardino d’Europa e la meta del Grand Tour.
Ma al richiamo severo, alla più o meno giustificata profezia di una catastrofe annunciata, “Italia
Nostra” ha preferito (con qualche speranza di maggior successo) battere il tasto della fantasia
poetica, usando le risorse dell’arte a favore dell’arte, di cui il paesaggio – ogni paesaggio – è
fertile evocatore. E lo ha fatto di conseguenza, dando mandato all’estro di Tullio Pericoli, gra-
fico di poetici accenti, di tracciare la mappa di cinquanta “luoghi da salvare”, via via a scorre-
re lungo la penisola: dagli azzurri specchi d’acqua color zaffiro del Garda al sasso irto della
Murgia materana; dalla dolceamara terra di pievi senese al regno dei morti di Tuvixeddu, feni-
cio-punica.
L’assunto di “Italia Nostra” si esprime in termini etici e politici oltre che estetici, tradotto
com’è nell’imperativo categorico di anteporre sempre e comunque il valore assoluto del pae-
saggio agli interessi di parte, di fautori e facitori di “grandi opere”, più o meno speculativamen-
te inquinate.
A dar forma e sostanza alla campagna, “Italia Nostra” ha provveduto infine, invitando gli ita-
liani ad assaporare per un giorno almeno (il 20 settembre 2008) e riscoprire un eccezionale
numero di forme e figure paesisticamente “sensibili”, rese accessibili al pubblico per l’occasio-
ne. Il viaggio, lo spettacolo a cielo aperto, l’esibizione, il concerto, il dibattito, il covegno ( tutti
scenicamente impostati su sfondi indimenticabili) ne sono stati i persuasivi testimoni.
A proposito dei vari aggettivi impiegati per connotare, con differenti sfumature, il sostantivo
“paesaggio”, l’editore Bompiani ha licenziato di recente un volume del filosofo e uomo di let-
tere Remo Bodei, nel cui testo il termine “paesaggio” si accompagna al qualificativo “subli-
me”; e nel titolo l’uno e l’altro figurano al plurale:
Paesaggi sublimi
, pagine 228, euro 17.00.
Bodei ha il merito grande non solo di restituire alla parola “sublime” la giusta collocazione nel-
l’ambito linguistico, bensì di rendere con sapiente argomentazione e storiografica puntualità il
senso e la portata di un rapporto tra l’Uomo, la Natura e la Storia, di cui si era perduto lo stam-
po: tale, per contro, da proiettare l’essere umano in una sfera emotiva, intellettuale, spirituale
che soverchia di gran lunga il deprimente tran tran esistenziale dell’ homo televisivus della
porta accanto.
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