CineArte on line 2007 - 213 - page 252

museali, le case d’asta, le gallerie più importanti ed i critici che contano, o sei respinto ai mar-
gini della società.
C’è un’enorme pressione sul fenomeno della creazione. La decisione di un pugno di perso-
ne è sufficiente ad imporre uno stile: bastano un critico d’arte, un museo, un consorzio di gal-
lerie private, i
media
che martellano per un anno, e si arriva, così, ad imporre un prodotto cul-
turale come una marca di automobili. Le istituzioni e i musei che dovrebbero salvaguardare il
pluralismo e la libertà di espressione garantita dalla Costituzione, in realtà esercitano un peri-
coloso condizionamento sulla creazione avallando, ufficializzandolo, un conformistico stile
internazionale. Si privilegiano determinate correnti a scapito di individualità di grande valore,
ma che non rientrano nelle norme accettate. Quando l’artista è autonomo, impermeabile alle
mode e lavora sui tempi lunghi, diventa un ostacolo ingombrante che si preferisce rimuovere,
mettere da parte o, addirittura, cancellare.
In questa situazione, mi sembra che lo spazio per i giovani artisti sia piuttosto angusto.
Spazio fisico , innanzi tutto: lo studio. Si alternano i governi, ma rimane una costante: nessu-
na attenzione per i giovani artisti. Che si arrangino! Non siamo mica la Francia, dove gli ascen-
sori hanno la misura adatta al trasporto delle tele, e gli studi, secondo una tradizione secolare,
vengono dati non solo agli artisti francesi, ma anche agli stranieri. Mi diceva Titina Maselli,
moltissimi anni fa, incontrata a Parigi al Mercato delle Pulci:
“Ho fatto una domanda al
Comune e dopo sei mesi ho avuto lo studio”.
Spazio mentale : la creazione artistica è un feno-
meno così delicato e così sensibile che il minimo intervento esterno, consapevolmente condi-
zionante, è sufficiente a scompaginare tutto. Il giovane artista deve essere lasciato libero di fare
quello che vuole e che sa. Deve cercare di resistere alle voci delle sirene che promettono un
facile successo per chi si mostra “docile” nel seguire la moda del momento e considerare il
mercato come un mezzo e non un fine. Soprattutto va garantita la libertà della ricerca ed il con-
fronto delle idee e delle tendenze.
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