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grandioso modulo portante del pilastro,
dell’arcone e della cupola. Il sigillo dei mosaici
imprimerà a fuoco quella forma in ogni sua
cellula, trasfigurando lo spazio basilicale nella
immagine della Gerusalemme celeste – della
Città di Dio – dove
“l’oro puro simile a
cristallo puro”
, di cui parla la Bibbia, splende
incorruttibile.
Immerse nell’oro le figure, che sono di uomini e
di donne, raramente di natura, celano e al tempo
stesso rivelano i loro molti significati, che
convivono a più livelli di interpretazione.
Il loro modello di base è in Oriente: nella mitica
e mistica Bisanzio imperiale. Ma le mani di
artisti e artigiani che a più riprese tracciano e
colorano le figure in San Marco, il gusto del
narrare, il balenante pathos, risentono di una
autonoma visione, fattasi veneziana attraverso il
filtro delle province dell’impero bizantino.
Ma risentono pure di quell’Occidente che batte
alle porte della laguna, più volte respinto nei
secoli, mai del tutto ignorato.
ESTERNI, LE CUPOLE
ALTRI ESTERNI, POI MARCO E
L’ANGELO NELLA LUNETTA DELLA
FACCIATA – SEGUONO, IN INTERNO, LE
SCENE DI MARCO NELLA VOLTA DELLA
CAPPELLA ZEN
Come i Santi Apostoli, San Marco nasce con
cinque cupole, ribassate rispetto alle attuali.
Come i Santi Apostoli, San Marco e Venezia
nascono da un mito, che la fede e la volontà
politica dei padri veneziani alimentano.
L’episodio germinale del mito è quello di Marco
e l’angelo. In questa scena, scolpita sul portale
della basilica o effigiata sulla volta dell’ingresso
dal mare, si condensano la
predizione
e la
predestinazione
: cioè gli eventi sacri che nel
nome di Marco assegnano alla Chiesa e a
Venezia – nelle contese di potere del tempo – la
sanzione di una investitura divina.
I MOSAICI DEL TRAFUGAMENTO DI
MARCO E DELLA TRASLAZIONE A
VENEZIA
MOSAICO DELLE ACCOGLIENZE
Dal mito alla storia. Nell’828, perchè il vaticinio
dell’angelo si adempia, i veneziani trafugano da
Alessandria le spoglie dell’evangelista. Sottratte
alla vigilanza musulmana, le trasportano – vinte
le insidie di un naufragio – a Venezia. Dove ad
accoglierle sta, con il Doge e il Patriarcato di
Grado, in segno di sottomissione, l’intero
episcopato delle lagune.
TELERO DI GENTILE BELLINI, A CUI
SEGUONO IN ESTERNO I MOSAICI DEL
PORTALE DI SANT’ALIPIO
Si deve a Gentile Bellini pittore quattrocentesco,
la sola raffigurazione della facciata di San
Marco com’era, con i perduti mosaici narranti il
trasporto delle spoglie sacre. Il portale di