CineArte on line 2007 - 213 - page 278

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La M.D.P. in PAN a scendere percorre con intento
descrittivo la figura di Gesù.
PAN a salire sulla figura del guerriero. Preceduto
da due dettagli.
Il totale della scena.
6. La M.D.P. in PAN a destra scopre in progres-
sione il gigantesco dipinto della
“Crocifissione di
Cristo”.
Ai musi dei cavalli in P.P. seguono in DISSOL-
VENZA incrociata e ribadita, sei successive inquad-
rature intese ad illustrare le diverse scene essen-
ziali, costitutive del dramma rappresentato. L'in-
tento manifesto è d'integrare, nella selesione dei
diversi piani e nel loro alternarsi (per analogia o
contrasto) il realismo e al tempo stesso, la simbolo-
gia dell'insieme.
L'essenza della traged ia (ma anche del suo su-
peramento) è qui nella contemplazione. Diceva
Aristotele: pietà e ter rore, che s i purificano
nell'imitazione del vero. Nelle immagini in cui la
rappresentazione è più cr uda, i gesti non hanno
un seguito:
il guerriero di sinistra, P ilato a destra, gli sgherri
sul fondo – pietrificati ne lla loro te atrale elo-
quenza.
E il sangue non si versa, m a è
versato
. È la
sostanza stessa dell'orrore che si ostenta e si co n-
templa.
La parete di fondo è occupata dalla
Crocifissione.
“Materialmente e spirit ualmente immensa”, fu
scritto a lod e del Tinto retto. Il suo nom e figura
nell'autografo latino, con la data del '65.
Soggioga, nel quadro, la complessità della vi-
sione: quegli uomini e quelle donne, gli animali e
le cose, che gremiscono lo spazio concentrico alla
croce e lo suddividono si no alla specificazione
dell'episodio, del vissuto personale, dell'aneddoto.
Visti nel particolare, singoli e gruppi sem brano
vivere in sé, sorpresi da un occhio che, come l'oc-
chio di Dio, tutto pe rcepisce, nulla esa lta. E
carnefici e vittim e – cavalie ri, soldati, becchini,
giocatori di dadi, donne pietose – m ostrano di
isolarsi, ciascuno nella sua affaccendata sing o-
larità. Ma è evero anche il contrario. Nessuno è
separato, tutto si lega. Protagonisti e figuranti
sono nel dramma, ne cost ituiscono il coro. Vi
stanno – considerando le cose in term ini di puro
vedere – grazie al dono di uno stile fluido, uni-
tario, sempre basato sul dinamismo della luce. La
quale amalgama e fonde – nell'atto in cui l' artista
dissemina e gradua i colori e le form e – ciò ch e,
come osservatore attento della scena del m ondo,
aveva prima individuato e di stinto. Di più: le fig-
ure rientrano nel grand e coro per effetto della
composizione del dipinto. Quella folla varia ed
una, che gravita e al tempo stesso si dilata ai mar-
gini del cerchio di luce su cu i svetta la c roce –
disponendosi lungo i raggi che si dipartono dal
centro – è come una sola, gigantesca ruota: la sua
sostanza è magmatica.
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