CineArte on line 2007 - 213 - page 277

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4. Moto ascensionale della M.D.P. a scoprire le
figure a fronte, di Cristo in piedi e di Pilato, se-
duto su di uno sfondo di popolo e di case. La
M.D.P. volge quindi a sinistra con movimento ad
arco, scoprendo in successione continua il totale
del dipinto di
“Gesù coronato di spine”
e quindi,
a scendere, il totale dell'
“Ascesa al Calvario”.
La figura, in PAN a salire, del primo profeta
sulla parete contigua; segue il secondo profeta
in dettaglio.
5. La M.D.P. percorre, in PAN ascendente, la
sagoma del Cristo ammantato di bianco. Segue
breve PAN a destra sul dettaglio della brocca
d'acqua, a cui tengono dietro P.P. e movimenti
variati sui particolari della stessa scena di Gesù
e Pilato.
L'attenzione della M.D.P. si sposta sullo sce-
nario architettonico che occupa lo sfondo.
PAN diagonale del corteo, lungo la sezione in
ombra del dipinto.
PAN a sinistra lungo il crinale montuoso.
Movimenti e dettagli illustrativi integrano la
scena.
Il Cristo insanguinato coronato di spine. Sparse,
intorno, le figure dei carnefici e di Pilato
La parete d' ingresso della
Sala dell'Albergo
è i l
luogo della Passione di Cr isto. Con moto inverso
al consueto si va, per seguire lo svolgimento nar-
rativo dell'azione, da destra verso sinistra:
partendo cioè dal
“ Gesù davanti a Pilato”,
si
tocca il colmo della pietà relig iosa ed umana nel
“Cristo coronato di spine”,
per giungere al
corteo della
“Salita al Calvario”.
Moto inverso dettato – si dice – dall'
intento di
Jacopo di dare i dipinti della Passione com e se
fossero visti da quello – dei due profeti – che è
sulla destra della
Sala.
Gesù è fiamma di luce – presenza sovrannatu-
rale, prigioniera di uomini indif ferenti o vili –
asse di fermezza pu r nell'umiltà del capo appena
reclino. Ciò è detto sen za caricare gli sguardi o
forzare i gesti, per virtù di sola pittura. L'
arma
del Tintoretto è un ling uaggio severo ed essen-
ziale, che fa della luce il lievito dell'espressione.
Sullo sfondo, la diagonale delle architetture ha
smesso di disegnare g eometrie di spazi, al m odo
dei fiorentini, per partecipare con il suo peso
d'ombra alla varia misura degli effetti del colore
nell'atmosfera.
Il corteo della
“Salita al Calvario”
è cadenza di
morte? O è lenta asces a trionfale? Sono interpre-
tazioni lecite entrambe, possibili stando a ciò che
il pittore ci mostra nella scena. In b asso l'ombra
in subbuglio per la presenza di corpi, che chiazze
di colore e vampe di luce macerano o addensano.
In alto, una luce di mattino. Le figure contro
cielo, il forte profilarsi della croce, dei tronchi, la
esaltano. È, nel preludio della gloria, luce di
speranza. Ma è anch' essa, intimamente contrad-
dittoria: con quei v essilli che il vento agita,
quelle foglie scosse, quelle vesti tormentate.
Se l'azione si arr esta, se gli attor i si immobiliz-
zano, al dramma subentra la tragedia.
All'incedere cadenzato, affranto, del
Calvario
si
oppone – nella sintesi di fo rma e di significato –
l'immota agonia della carne di Cristo, coronato di
spine.
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