CineArte on line 2007 - 213 - page 288

CROCETTI AL LAVORO NELLO
STUDIO GRANDE DELLA
SCULTURA
definitiva incarnazione nella plasti-
cità del bronzo o del marmo: geo-
metrie umane e animali ai confini
dell’astratto, strutture emblemati-
che, composizioni volumetriche,
espressive degli strati profondi
della sua coscienza d’artista e,
insieme, un uso del colore che va
ben oltre la pura e semplice funzio-
ne esornativa, per investire l’imma-
gine artistica alle sue origini, nelle
radici intime del suo farsi. Carbone,
tempera, pastelli. Di una produzio-
ne vastissima e non sempre sussi-
diaria, anzi spesso tendente all’au-
tonomia espressiva, e tuttavia con-
trastata più di una volta (fino alla
distruzione) dall’autore, qui si dà
un saggio appena: il
Nudo disteso
del ‘37, la Crocifisione e il
Paesaggio del tempo di guerra
, il
Macello delle pecore
del ‘47,
l’
Angelo e Tobiolo
del ‘48, la
Testa
di contandina dello stesso anno, lo
Studio per la porta di San Pietro
del
‘50. l’
Uomo che fugge il sole
del
‘65, la
Maternità
dello stesso anno,
il
Cavallo caduto
del ‘68 e, del ‘69,
il
Leopardo
e l’
Uomo col cane
.
Presente fin dal ‘34 alle Biennali di
Venezia, alle Quadriennali di
Roma, alle Mostre d’Arte Italiana
di Bruxelles, Parigi, Berna, Zurigo,
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