CineArte on line 2007 - 213 - page 36

Inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te
: la meta comune è, infatti, l’Infinito ed è
necessaria la grazia divina per riuscire a raggiungerla.
Come scriveva nel 2002, nel suo messaggio per il
Meeting
di Rimini, l’allora cardinale
Joseph Ratzinger,
la bellezza ferisce, ma proprio così essa richiama l’uomo al suo Destino ulti-
mo
. Sulla scia di questa frase il poeta e filosofo Jean-Louis Chrétien, prima ateo e poi creden-
te appassionato, ha affidato un suo saggio – almeno nella versione italiana – a questo simbolo:
“La ferita della bellezza” (Milano, Marietti, 2010). L’originale, certo, parlava di
Effroi du beau
,
cioè di “sgomento, spavento”, proprio perché, come osservava nella suggestiva prefazione il
filosofo Fabrice Hadjadj,
l’eccesso della bellezza è superiore a quello dell’orrore. L’orrore
infatti ci fa tacere togliendoci le nostre facoltà, mentre la bellezza ci fa ammutolire lasciando-
ci integri
.
Se ci ferisce, lo fa senza danneggiarci
. Ricorrendo a un’assonanza etimologica,
potremmo dire che la ferita inferta dall’arte è una feritoia verso l’infinito e l’eterno che pasca-
lianamente ci sgomentano e turbano.
Papa Benedetto XVI, nel citato incontro con gli artisti, affermava che la grande arte – e
rimandava al
Giudizio universale
michelangiolesco della Sistina che era davanti al suo udito-
rio –
ricorda che la storia dell’umanità è movimento e ascensione, è inesausta tensione verso
la pienezza, verso la felicità ultima, verso un orizzonte che sempre eccede il presente mentre lo
attraversa
. Le analogie tra quelle due esperienze capitali dell’umanità, ossia l’arte e la fede,
sono, quindi, molteplici e non è possibile ignorarle. Anche se ai nostri giorni si cerca di oscu-
rarle, esse sono insite in questi due itinerari dell’anima.
Concludiamo, allora, con le parole della “Lettera agli artisti” (1999) di Giovanni Paolo II
che, citando il bardo della poesia polacca, Adam Mickiewicz: “Emerge dal caos il mondo dello
spirito”, si rivolgeva agli artisti con questo auspicio:
La vostra arte contribuisca all’affer-
marsi di una bellezza autentica che, quasi riverbero dello Spirito di Dio, trasfiguri la
materia, aprendo gli animi al senso dell’ eterno
.
E la liturgia deve rivelarsi quasi la sede ideale per questa epifania di luce e di bellezza,
di verità e di stupore, di sapienza e contemplazione, di rivelazione e di mistero. Proprio come
dichiarava Jean Guitton:
È necessaria una liturgia insieme semplice e bella. Una liturgia con
numen
, cioè mistero, e con
lumen
, cioè intelligibilità
, così come accade anche per la grande
arte.
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Sinisca ,
Crocefissione
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