nente effettivo (si fa per dire), produce l’ultima più grave mistificazione possibile: l’identifica-
zione fisica del potere politico nella propria persona. In tal caso, denuncia Zagrebelsky, il sim-
bolo cambia natura, diventando
strumento di trasformazione degli uomini in masse fanatizza-
te
. In tal caso – è sempre Zagrebelsky a dirlo –
le regole sono «impicci», le costituzioni «gab-
bie», la legalità « angheria», e quant’altro […]
. La conclusione del paradosso è la seguente:
Queste e altre confusioni si giustificano non come privilegio del capo, ma come diritto del
popolo, tanto più in quanto il primo sia stato eletto dal secondo e l’elezione sia concepita come
investitura salvifica […]. L’arbitrio del capo, simbolicamente, non è più tale, ma diventa onni-
potenza del popolo, che può esibirsi come la forma più pura di democrazia…
.
Che cosa aggiungere da parte nostra, per rianimare la speranza, se non l’invito a rileggere,
meditare, resistere?
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