CineArte on line 2007 - 213 - page 297

Alfonso, il massimo del sostegno e del fervore. Al quale, i successori nella dinastia estense cer-
cheranno di adeguarsi, anche per l’opera di studiosi di merito, come il Muratori e il Tiraboschi.
Ma, nonostante i molti punti in comune con le biblioteche di corte sorelle, certe qualità sem-
brano connotare con sufficiente autonomia l’istituzione libraria estense. Innanzitutto, il fatto
che a Ferrara si legga molto e di tutto, non solo per utilità, ma per svago. Con una predilezio-
ne per il genere romanzesco, soprattutto di Francia.
Poi viene la mobilità degli interessi, la quale fa sì che negli spazi della Libreria convivano i
generi più disparati. Infine, c’è quella sorta di accanimento storiografico e cronachistico sulle
origini presunte della casata (in cerca di magnanime ascendenze), troppo spesso incapace di
distinguere il reale dall’immaginario, il vero dalla leggenda.
Le legature
Una prima, anche se non esclusiva, caratterizzazione giunse alla Biblioteca, oltre che dal gene-
re dei libri raccolti, dalla veste che fu loro data nel tempo, per fini di conservazione e di imma-
gine. Con vertici di preziosità, in qualche caso, difficili da raggiungere.
Esemplari in mostra
Ma è il groviglio di una ricerca gnealogica tra le più labirintiche che si conosca a dare la prima,
più forte impronta. E poco importa, ai nostri occhi ammirati, se la «leggenda», pittoricamente
sostenuta, sovrasti il documento: come in questa, esemplare,
Genealogia
quattrocentesca.
Sfogliare la letteratura d’occasione, in simili circostanze, è utile esercizio. Il poemetto, con cui
Gaspare de’ Tiraboschi esalta negli esametri del suo
Trionfo
le qualità del duca Borso, è l’oc-
casione ideale per ghiotte e preziose figurazioni.
Gli ori, il trono e lo scettro sono la chiave per intendere il tono di chi volle, traendone merito,
tesser le lodi del duca Ercole I.
Armi e insegne, stemmi ed emblemi, sono materia familiare al
dotto
Giacomo Fontana: occa-
sione di calligrafiche arditezze, di esercizi pittorici.
Francesco Stringa fu coreografo e inventore di macchine e «ingegni» (non ne mancava l’occa-
sione, a corte). Che gloria a buon mercato, però, in quel rosso pennacchio!
Anche il Muratori, bibliotecario estense e storico di vaglia, pagò il suo tributo alle ricerche
sulla genealogia della corte. Questo «albero» è autografo. Gli servì di preparazione all’opera
sulle antichità della famiglia estense, svolta con il rigore e il puntiglio di sempre.
Raimondo Montecuccoli è capitano valente, teorico esperto dell’arte della guerra. Incurante
della forma letteraria, ha un debole per le immagini, di cui arricchisce il suo trattato.
Di Pierandrea Mattioli non sai se preferire il medico, celebrato a corte, o lo studioso di piante.
In queste «arie diverse messe in musica » – nell’amorosa fantasia di chi le adorna con insisti-
ta grazia – è dato riconoscere non più che un segno, ma significativo, del colto e appassionato
amore per quell’arte. Che a corte trovò sempre dedizione e alimento.
Questo, giunto agli Estensi dall’area lombarda, è tra i più bei codici di soggetto astronomico
che si conosca: godibile in sé, di là dalle speculazioni celesti dell’astronomo che lo ispirò, per
la poetica disposizione del miniatore che tratta le figure dei pianeti e la geometria delle sfere
con lirico stupore.
La Bibbia di Borso d’ Este
Borso d’Este la volle per darsi un’immagine pubblica: la più alta e di maggior prestigio. E fu,
per sempre, la «Bibbia di Borso d’Este»: latina, in due libri, di grande formato. Le officine
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