CineArte on line 2007 - 213 - page 296

ze dell'apparire che dell'essere. Tuttavia, la potenza formatrice di quei testi, la luce d'arte che
essi accendono sono tali, da trasformare ben presto la curiosità in necessità, il gioco in impe-
gno. E quale impegno.
La magnificenza dello scalone michelangiolesco concepito per il vestibolo della biblioteca, che
dovrà dare ricetto al patrimonio librario dei Medici, non nasce per caso. Ma è il frutto maturo
– per delega e impulso del principe al genio – di una concezione del libro che investe l'uomo
alle radici dell'essere, e lo proietta in una nuova dimensione così pubblica come privata: dando
in tal modo all'idea del decoro, che connota l'iniziativa del potere in questo scorcio della sto-
ria, il massimo di «dignità» umanistica, per trasformare la pianta-uomo.
Il salone della Biblioteca
Esemplare, in tal senso, la vicenda dei Medici a Firenze, che vede l'attitudine psicologica di
Cosimo il Vecchio, il fondatore delle fortune familiari, culminare (attraverso e grazie all'acce-
lerazione mentale e spirituale impressa alla città dal Magnifico Lorenzo) nella strategia «pub-
blica» di Cosimo I, il granduca: in soli centocinquant'anni e a dispetto di guerre, invasioni, sac-
cheggi. Parallelamente la privata libreriola del «Padre della patria» si trasforma nella monu-
mentalità della Libreria Medicea Laurenziana promossa da un papa Medici, Clemente VII;
concepita con sconvolgente libertà fantastica da Michelangelo; realizzata dalla determinazione
di un granduca.
Alla fine del processo, i sessantasei codici del vecchio Cosimo sono diventati i tremila, prezio-
sissimi volumi incatenati ed esibiti nei plutei della Laurenziana: ieri per l'estasiata gioia dei
dotti contemporanei; oggi per la stupefatta gratificazione di noi moderni.
I codici della Laurenziana
Ecco allora, la
Storia naturale
di Plinio, codice latino risalente al XII-XIII secolo (acquistato
a Lubecca su indicazione dell'umanista Niccolò Niccoli), figurare accanto alla quattrocentesca
Città di Dio
di Sant'Agostino, appartenuta al figlio di Cosimo, Piero.
L'
Antifonario mediceo
, pure di Piero, risale al secolo XIII. Contiene musica del repertorio di
Notre-Dame
di Parigi.
Il
Salterio
e il
Nuovo Testamento
, quattrocenteschi – terza parte di una Bibbia in tre volumi
fatta eseguire per Mattia Corvino di Ungheria – , furono acquistati alla sua morte, insieme a
molti altri, da Lorenzo il Magnifico.
L'
Omero
greco fu scritto da Teodoro Gaza per l'umanista Francesco Filelfo, nel Quattrocento.
Entrò nella collezione medicea con altri codici, pure acquistati da Lorenzo.
E così entrò, eseguito per lui, il codice contemporaneo delle opere di San Bernardo.
Questo
Libro d'Ore
, del 1485, fu sfogliato dalle mani di Lorenzo. Entrò tardi, però, alla
Laurenziana, a fine Ottocento, con tutta la collezione che il governo italiano acquistò dall'in-
glese Lord Ashburnham.
Questo esemplare, donato al papa Leone X Medici – figlio di Lorenzo e rappresentato sulla
pagina – , contiene la vita del Magnifico, opera di Niccolò Niccoli.
Esemplare di preziosa rarità, l'
Evangeliario
siriaco, scritto nel VI secolo nel monastero meso-
potamico di San Giovanni in Zagba, entrò a far parte della collezione medicea, probabilmente
con Cosimo I.
Francesco Petrarca non solo acquistò questo
Orazio
nel 1347, ma lo meditò e postillò di sua
mano. Alla Laurenziana fece il suo ingresso dopo l'apertura al pubblico, nel 1571.
Questo
Virgilio
del V secolo è tra i più antichi conosciuti. Fu acquistato per la Libreria da
Ferdinando I de' Medici, dopo il 1574.
La Biblioteca Estense di Modena
La storia prima della Biblioteca Estense, nella dorata stagione del suo sviluppo, non è all’ap-
parenza troppo dissimile da quella di altre biblioteche di corte rinascimentali, investite e come
vivificate, nel corso del XV secolo, dal vento dell’Umanesimo.
Originaria di Ferrara e poi trasferita a Modena, insieme con la residenza dei duchi; ospite (dal
1883) dell’edificio dei Musei, dopo quasi tre secoli di dimora nel palazzo ducale modenese, la
Biblioteca Estense deve alla personalità dei Lionello e dei Borso d’Este, degli Ercole e degli
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