CineArte on line 2007 - 213 - page 325

dell’Eucarestia. Intorno sfavilla l’ambiente cerimoniale. Qualcuna tra le dame ha anche un
nome. Ma a polarizzare l’attenzione è lei, la basilissa. Anzitutto per l’arte che sostiene la sua
figura. E poi per l’alone ambiguo che lo storico Procopio addensò attorno alla sua persona,
ondeggiante così tra due estremi: di sposa illuminata del sovrano; di segreta tessitrice di crimi-
ni nel clima di bassi istinti propri del circo da cui trasse l’origine, ella, già danzatrice e prosti-
tuta.
Autentico giardino di raffinatissimi sensi è la scena di Teodora. Lo è però per paradosso, gra-
zie al trasferimento dell’intenzione artistica dal corpo alle sue insegne; dalla carne alla veste.
Il divismo delle tessere musive raggiunge così traguardi impensati d’impasto ricco e vivo:
modulato mediante inafferrabili passaggi di tono e variazioni molecolari.
Soltanto le gemme fanno spicco: ma la loro sostanza è la luce, la più incorporea e spirituale
che si conosca.
L’arco trionfale
Tra Betlemme e Gerusalemme – come a dire l’arco della vita del Cristo – si svolge il cammi-
no della perfezione. Tornano nell’arco trionfale angeli in volo, a riproporne il simbolo.
La volta e l’agnello mistico
Dall’alto della loggia del matroneo la volta del presbiterio è vicina, percorsa da volute di acan-
to. Pianta ornamentale per eccellenza nella tradizione classica, gli artisti di San Vitale la accol-
gono nelle vele della crociera: la usano per rappresentare simbolicamente l’albero della vita.
L’agnello mistico al vertice – in un gioco attento di simmetrie e di richiami – è il polo di un
asse che congiunge il mosaico della ghirlanda all’altare del celebrante. Tra i flessuosi girali, in
un folto e animato giardino di paradiso, gli fanno corona quattro angeli.
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