za, in cui la preziosa raccolta di vasi, i grandi arazzi donati da Napoleone, gli affreschi del
Seicento, gli stipiti di granito o di porfido, danno un’idea abbastanza fedele delle sale di rap-
presentanza del palazzo ai tempo di Pio IX.
L’aspetto è composito; ha un carattere eclettico che al visitatore non sfugge. D’altronde, è il
carattere di tutto il Quirinale, nel quale l’alternarsi di tanti personaggi del più vario tempera-
mento, dal monacale al mondano; ed il succedersi di dinastie, nazionalità, colori politici e reli-
giosi, non poteva tradursi che in una immagine poliedrica, variata all’estremo.
I mosaici romani
Non vi mancano autentici mosaici romani antichi, installati una volta nella villa Adriana di
Tivoli e qui portati dai francesi ai tempo dell’occupazione nei primi dell’Ottocento.
La Cappella Paolina
Delle eredità del passato, la più cospicui è la cappella Paolina. Nata in parallelo con la cappel-
la Sistina ne ha le proporzioni, ma non il Giudizio universale né le Sibille. Restano il signifi-
cato e la funzione, che in un palazzo pontificio non potevano mancare. I successori non li rin-
negarono.
Dalla Torretta del Quirinale verso l’esterno
E per finire, l’interno della Torretta del Quirinale. Da qui uscendo e rientrando, e poi tornando
ad uscire, Roma ci appare nella sua dorata magnificenza. Lasciando da parte, per un momen-
to, i fantasmi della storia, forse la sorte di un palazzo come il Quirinale, la sua “eccellenza”, è
data anche da questo: da una felice posizione al centro di un orizzonte: quando l’orizzonte si
chiama Roma.
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