IL TESTO DEL FILM
Nidi di sasso, nel sasso della montagna scolpiti più che costruiti, i borghi d’altura come
Cennina in Valdambra corrono oggi pericoli mortali. Qui in Toscana li chiamano le “terre alte”,
ma il nome poetico non riesce a nascondere la loro realtà di disfacimento e di morte.
Fuori delle vie, fuori dell’economia, fuori dei miti di massa, decadono fino a scomparire. Se
non si interviene subito, restituendo loro la vita, il segno più nobile e caratteristico del paesag-
gio storico italiano sarà cancellato dalla faccia della terra.
Dagli spalti di Cennina lo sguardo s’apre sulla Valdambra, nel punto in cui le strade di Arezzo,
di Firenze e di Siena, s’incrociano. Luogo di incontri ma ancor più di scontri, e qualcuno furi-
bondo, come quello che vide agli inizi del Trecento gli aretini rompere in battaglia i guelfi neri
di Firenze e di Siena, e fanti e cavalieri e spade e lance a migliaia, da farne scintillare la terra.
Oggi gli zoccoli dei cavalli battono ancora le strade, ma solo per il piacere di qualche turista
anglosassone, in cerca di emozioni romantiche.
Perciò fummo sorpresi, il giorno che giungemmo a Cennina (ed era d’inverno e l’aria era gri-
gia e fredda) nello scoprire che il borgo era abitato, e non da contadini (quasi tutti fuggiti in
città) ma da giovani del tipo che un facile, superficiale giudizio attribuisce in blocco al genere
hippie
. C’era anche un vaso di rose amorosamente curate.
Di lì a poco, constatammo coi nostri occhi che, a Cennina, qualcuno resiste al tempo, puntella
le rovine. Capimmo allora il significato di quella gigantesca gru, che avevamo visto prima
svettare sulla sommità della scarpata.
Quello è
Osvaldo Righi
, ci fu indicato: è lui che sa tutto su Cennina. E si deve a lui per primo,
se Cennina si salverà.
Così decidemmo di intervistare
Osvaldo Righi,
per sapere chi sono questi giovani, che cosa si
propongono, e perché hanno scelto proprio Cennina. Sul palco attrezzato contro il muro del
bastione, c’erano quei due di prima:
Cleo
, venuto dal Ruanda per laurearsi in agronomia; e
Gianni
, studente in lettere a Firenze, aretino.
Douglas
non parla e non sorride mai, con quella sua barba messianica e i lunghi capelli bion-
di raccolti sulla nuca.
Richard
studia architettura, ma è pure pittore – dicono – e compone tristissime canzoni alla chi-
tarra. Nelle persone di
Julio
e di
Ella
, 19 e 23 anni, il Brasile dà la mano a Honk-Kong, nel
lucidare le mattonelle di Cennina.
Chu
è giunto dalla Malesia, in parte a piedi, in parte con l’autostop. Sarà per la lunga strada,
che cammina così dondolando. È il jolly della compagnia, ed anche il più giovane.
Mindy
, la ragazza di
Douglas
, viene invece dalla California. Dietro la sua professionale peri-
zia nel restauro, si nasconde una studentessa in antropologia.
C’è un’associazione internazionale che ha in cura i castelli d’Europa. Al presidente della sezio-
ne italiana,
Savelli
, abbiamo chiesto che ci parlasse di Cennina.
Savelli:
Cennina non è soltanto un borgo fortificato bensì qualcosa di più, qualcosa di vivo
dove però, purtroppo, gli abitanti se ne stavano andando a ritmo serrato. Per questa ragione
meritava di essere valorizzata fermandone il deperimento prima che fosse troppo tardi. Fu così
che quando Osvaldo Righi nel 1976 si rivolse a noi chiedendoci di segnalargli un luogo dove
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