creare questo centro noi gli abbiamo dato Cennina.
Forse anche per effetto delle prime iniziative di Righi e dei suoi ragazzi la Sovrintendenza ai
monumenti e Gallerie di Arezzo, che non aveva mai perso di vista Cennina, è intervenuta ad
un certo punto con mezzi più cospicui e tecniche più collaudate.
Si trattava in particolare di restaurare e ripristinare l’architettura del castello vero e proprio, che
del complesso fortificato di Cennina costituisce la parte strutturalmente e storicamente più
importante. Anche perché le iniziative artistiche (musica, teatro, pittura) del centro internazio-
nale fondato da Righi, avevano subito dimostrato di poter garantire un futuro vitale al vecchio
borgo.
Non è poi neppure una scoperta, ma semmai una conferma esaltante, che le strutture medieva-
li non solo sopportano, ma meglio di altre si adattano a funzioni residenziali e culturali, a misu-
ra d’uomo.
Una conferma dei criteri generali abbiamo chiesto al sovrintendente, architetto
Albino Secchi
.
Albino Secchi:
Il criterio che la Soprintendenza si prefigge per quanto riguarda il complesso
di Cennina è quello di conservare il complesso monumentale nell’aspetto originario e di con-
servarlo nel tempo. Nell’opera di recupero e di restauro, per ciò che riguarda il castello, lo
Stato si è sostituito al privato intervenendo quindi direttamente. Mentre per quanto riguarda i
fabbricati che compongono il borgo antico c’è solo il controllo della Soprintendenza sul lavo-
ro diretto dei proprietari.
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