IL TESTO DEL FILM
Vedute aeree della piazza e del palazzo
Innanzi tutto la scena urbana, inquadrata dal cielo e poi da terra. Questo è il Montecavallo dei
vecchi romani, con l’obelisco e le statue dei Dioscuri. Qui, in angolo con la Consulta, il palaz-
zo del Qurinale si affaccia e in questo spazio vive.
L’architettura e la scultura collaborano alla scena. Ma il vitale rapporto tra la piazza e il palaz-
zo è quello voluto da Ferdinando Fuga, l’architetto giunto dalla sua Firenze nella Roma del
Settecento.
Al bolognese Ottavio Mascarino, vissuto due secoli prima si deve invece il progetto primo.
Contributi successivi hanno il nome via via di Flaminio Ponzio, Domenico Fontana, il
Maderno. E del Bernini.
Da quando il pontefice Gregorio XIII si era innamorato della vigna giardino del Quirinale, tra-
sformandola in villa; fino ai successivi interventi dei papi Sisto V e Paolo V, il mitico colle
sacro al dio Quirino era divenuto uno dei poli della città. Papa urbano VIII lo aveva inutilmen-
te fortificato; ma Alessandro VII, giovandosi del Bernini, aveva optato per le esigenze della
corte.Era nata così la“manica lunga”, la chilometrica facciata sulla via Pia, oggi XX settembre.
Vedute del cortile seguendo l’interno della scala elicoidale
L’integrarsi di spazi e volumi, l’armonico sviluppo delle forme nel vuoto, si ripete all’interno
del Qurinale, dove l’idea del Mascarino – il primo progettista – era stata quella del cortile spa-
zioso, intorno al quale la struttura si organizza. Si deve a questo artista di merito superiore alla
fama, anche la scala ovale. Qui il Mascarino, come già il Vignola suo maestro, aveva contri-
buito all’idea rinascimentale e poi barocca della scala a spirale, prediletta non solo per le raf-
finate visuali architettoniche, ma come occasione di riti mondani, di fastosi cortei.
Lo studio del Presidente
Tutti sanno che il Quirinale è oggi la sede della presidenza della Repubblica italiana. Questo è
appunto lo studio del Presidente. Con il tempo le vicende architettoniche del palazzo avevano
ceduto il passo al problema, politico e mondano, dell’edificio inteso come simbolo sociale. Dal
momento in cui i papi vi avevano preso stabile dimora, i destini erano mutati: il Quirinale dive-
niva una sede ambita dai protagonisti della storia.
L’occhio indugia sulle cose, che la fantasia anima (anche quando potrebbero, così preziose,
apparire fredde) vedendole in una eccitante prospettiva. Come oggetti per il potere, il prestigio,
la rappresentanza.
La Sala degli Arazzi di Lilla
Così accade nella sala degli arazzi di Lilla, dove ai nostri giorni il Presidente della Repubblica
riceve i capi di Stato esteri.
La Libreria del Piffetti
E così accade nella preziosa libreria del grande ebanista e intagliatore Pietro Piffetti, settecen-
tesco, che trattava la madreperla, l’osso, l’avorio, i legni rari per trarne effetti d’arte squisiti.
Un drappello di corazzieri in evoluzione
I corazzieri, nome con cui sono comunemente noti i Carabinieri guardie del Presidente della
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