Venezia,
Ca' Rezzonico
L'apertura del Museo del Settecento veneziano, avvenuta nel 1936, decise del trasferimento –
da Ca' Pesaro dov'era a Ca' Rezzonico – di questa tela ovale di soggetto mitologico, con Zefiro
e Flora sospesi su un'altalena di nuvole. È un Tiepolo questo già avanti nella sua arte. Se si pre-
scinde infatti da una tavolozza troppo accesa, già si valuta l'artista della maturità, solo che si
ponga mente alla luce del corpo di Flora o alle trasparenze delle ali di Zefiro, agli effetti can-
gianti dei drappi o alle distinte altezze di una scala cromatica, messe a confronto per raffinati
effetti di contrappunto.
Venezia,
chiesa di Santa Maria del Rosario (Gesuati)
Negli affreschi gemelli della gloria di San Domenico e della Vergine che appare al santo (due
dei tre, che decorano il soffitto della chiesa “ai Gesuati” ) un crescendo di ordine mistico ci tra-
sporta – in senso opposto al moto apparente generato dalle figure – dal gruppo in ascesa del
santo, assunto e come rapito in gloria, alla lenta, cauta discesa di una Vergine ancora per poco
sospesa, prima di fare partecipi della sua luce i guardanti.
Pur mantenendosi fedele ai contenuti suggeriti dai Domenicani committenti, che sul soffitto
della loro chiesa costruita dal Massari chiedono sia celebrato il tema liturgico e popolare della
istituzione del Rosario, il Tiepolo svolge il suo affresco in libertà, concentrandosi nel motivo
poetico dell'incontro fra la terra e il cielo. Lo slancio delle genti, l'eloquenza delle espressioni
e dei gesti, si condensano alla sommità di un motivo architettonico ascendente: l'arco, la cor-
nice, la scala, l'altare di pietra. Il tutto converge nel bianco e nero della figura mediatrice di San
Domenico.
Ma, raggiunto ormai quel livello, lo slancio degli uomini cede al moto discendente di una
schiera di angeli, la cui essenza spirituale è resa nell'affresco da un colore sempre più chiaro e
vibrante in funzione mistica. E vibrazione pura è quella di cui palpita la Vergine con il Figlio.
Nel suo alone ogni moto si acquieta. Ne emana, per virtù di pittura, il senso autentico del dono
del Rosario, che agli uomini reca contemplazione e pace.
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