Con questo angelo adagiato tra fiocchi di nuvole, che riceve dal putto lo scapolare, il Tiepolo
conferma la sua vittoriosa attitudine ad esaltare la bellezza visiva e tattile delle sue figure, sboz-
zate con o senza veli; giacché l'incarnato è come la seta, il drappo come la nuvola: sono tutti
egualmente sensibili ai battiti della luce, ai riflessi di un colore che pulsa.
Un angelo fende il cielo per portare quaggiù le indulgenze. All'origine è il vento; ma ciò dice
poco, se non sentiamo che il vento, per il movimento che suscita, diviene il fattore determinan-
te della luce. È la splendida conquista del Tiepolo – che lo fa moderno – questo svariare della
superficie dipinta in funzione dei dinamismi luminosi. Nel riflesso cangiante la materia si
riscatta, perde peso, si fa principio d'ordine spirituale.
Il Tiepolo dipinge come altri fa musica. E l'evento narrato – qui un angelo che mostra lo “sca-
polare” alle anime del Purgatorio – diviene materia di canto: i colori sono
note
, il loro combi-
narsi è
accordo
.
Se l'operaio precipita nel crollo dell'impalcatura e l'angelo lo salva grazie allo scapolare, l'oc-
casione è da non perdere per dare vita ad uno dei rari drammi d'azione della pittura tiepolesca.
Ma anche questo dramma perde valore di fronte al deciso contrappunto di un'ombra che si
incupisce a contrasto o di un colore che si condensa, solo per esaltare la melodia variabile della
luce.
Lo spazio di questo celebre affresco – la regina Cleopatra che scende dalla nave incontro al
romano Antonio – è dominato dal principio teatrale barocco, delle unità tra sala e palcosceni-
co, tra realtà e illusione. Merito del Tiepolo ma anche del Mengozzi Colonna, il fedele “qua-
draturista”, che ha avuto l'incarico di impostare le architetture dipinte per trarne prospettive.
L'inganno è voluto. Vicini e irraggiungibili, i protagonisti campeggiano nell'affresco, in un
folto di uomini d'oriente, cavalli, levrieri. Particolari reali, non realistici, gremiscono la scena.
Ma i riflessi rosa pallido della veste regale di Cleopatra sono gli stessi che accendono la nuvo-
la. L'effetto è di favola.
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