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ll ritmo
Quando in una composizione linee, forme, colori, sono ripetuti in modo regolare, si produce
un
ritmo
, aspetto presente anche nel mondo vegetale, animale, minerale; forse proprio ispi-
randosi alla natura l’uomo ha utilizzato i ritmi per caratterizzare le proprie opere.
In base alla forma e alla grandezza degli elementi, o all’intervallo fra l’uno e l’altro, il ritmo
visivo può essere uniforme, alternato, accelerato, decelerato, avere un andamento lento o ser-
rato e ciascun ritmo possiede proprietà ed effetti espressivi diversi.
Numerose sono sempre state le applicazioni del ritmo sia in architettura che
in scultura o in pittura: ad esempio, il ritmo regolare e alternato è servito fin
dall’antica Grecia a decorare
ordinatamente vasi ed edifici.
Proprio il ritmo uniforme carat-
terizza gli edifici monumentali
di Pisa, producendo gli effetti di chiaroscuro re-
golare e di vivace animazione delle superfici che
caratterizzano l’architettura della città.
La cattedrale e il campanile di Pisa, XII secolo.
La configurazione spaziale e gli indizi di profondità
Gli elementi della composizione sono messi in relazione fra loro dalla
configurazione spa-
ziale
, che fa percepire la diversa collocazione in profondità di ciò che viene raffigurato su
una superficie piana. Se due figure sono sovrapposte appaiono
collocate su piani diversi e si percepisce
più vicina quella situata davanti, più
lontana quella parzialmente coperta. Se
due oggetti simili sono di
grandezza diversa, si perce-
pisce il più grande come più vicino e appaiono più vicini
gli oggetti più luminosi, dai colori più intensi, dalla tessi-
tura meno fitta.
Vincenzo Cabianca.
Donne sul ponte a Venezia
, 1869, olio su tela,
cm. 43 x 31, Piacenza Galleria Ricci Oddi.