CineArte on line 2007 - 213 - page 62

L’approccio comune al campo pittorico è in genere utilitaristico. Secondo questa mentalità, un
quadro serve per raffigurare qualcosa in modo simile alla realtà. Anche nei ragazzi è forte que-
st’idea: è più bravo colui che riesce a riprodurre fedelmente, che per far questo impiega tempo
e fatica.
È fin troppo comune il commento davanti a certe pitture contemporanee: «Che ci vuole: saprei
farlo anch’io!». Tutto questo avviene perché si rapporta il quadro alla realtà, non al mondo inte-
riore dell’artista. Allora si capisce la chiusura nei confronti dell’arte astratta, dal momento che
in quel caso non esiste nessun legame apparente con la realtà.
Piet Mondrian
Georges Braque
Franco Gentilini
Poiché una pittura è la riproduzione di un’immagine mentale, e poiché le immagini mentali
possono essere anche astratte, un quadro di Mondrian, per esempio, ha piena legittimità comu-
nicativa. Ci comunica il suo mondo interiore. Può non piacere, ma quello è un altro ordine di
valori. A noi importa capire, leggere, prima di valutare.
E pensare che il disegno dei bambini è così svincolato dalle leggi del realismo! E quando un
bambino deve disegnare un fiore non aspetta di averlo davanti per copiarlo, ma lo fa di getto,
senza pensarci tanto. Perché? Ma perché ne possiede già l’immagine mentale, grazie alla inces-
sante vita immaginativa che lo anima.
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Possibile obiezione
- Ma come faccio a conoscere l’immagine mentale del pittore?
Infatti, non è possibile conoscerla direttamente, ma solo mediatamente se è lui stesso a par-
larcene (come vedremo più avanti). Certo bisogna pensare che essa esista, come esiste per
ciascuno di noi. A tutti capita di sognare, di immaginare, di ricordare: sono tutte immagini
mentali. Potremmo estendere il campo delle immagini mentali a tutto ciò che una persona
vede (o sente, tocca, ecc.) perché il suo cervello lo percepisce come immagine. Da questo
deriva il carattere strettamente personale nella realizzazione di una pittura, perché si tratta
di portare sulla tela il proprio mondo percettivo interiore: non solo il proprio punto di vista
(come nella fotografia). Perciò un quadro sarà tanto più valido, quanto più ci comunica del
mondo interiore dell’autore, anche quando il suo stile sia realistico.
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