Le caratteristiche espressive dell’immagine pittorica
Precisando che la classificazione che segue è riduttiva, una prima distinzione da fare è se l’ope-
ra pittorica che abbiamo davanti sia
figurativa
o
non figurativa.
Nel primo caso ciò che raffigura potrà essere: reale o immaginario;
se reale:
esistente
o
esistito
;
se immaginario: possibile o impossibile.
In ogni caso la rappresentazione potrà essere:
fedele
o
deformata
.
se fedele:
realista
,
surrealista
o
iperrealista
;
se deformata: simbolica, impressionista o espressionista.
Si tratterà sempre di forme rapportabili alla realtà, ma con la diversa visione che ne ha l’auto-
re.
Un pittore che dipinge qualcosa di reale compie sempre un’opera di
selezione.
Non tutto entre-
rà nel suo quadro, e nemmeno tutto ciò che si trova nella porzione di spazio che ha scelto. Sarà
quello che la sua mente ha selezionato ad entrare nell’opera. Dice con acume il grande autore
di film d’animazione Alexandr Alexeieff:
«Resta tuttavia una differenza essenziale fra l’opera di un fotografo come Nadar, che sceglie
il suo modello e molte altre cose ancora – ma senza filtrare i dettagli “indifferenti” con una
presa di coscienza del senso e della forma di tutti i dettagli utilizzati – e Manet, la cui opera
appunto non ha nulla a che fare con la “natura” ma ha a che fare con l’idea che lui – Manet
– si fa di questa natura.
Bisogna ricordare la grande ingenuità del pubblico all’epoca in cui vide delle fotografie per
la prima volta: lo si immagina gridare d’entusiasmo alla vista di TUTTI I DETTAGLI ripro-
dotti meccanicamente, senza alcuna scelta: «ecco l’anello al dito della mamma, ed ecco la ver-
ruca sul naso di papà, ed ecco la mosca sul piatto»
1
.
Nella pittura non esistono dettagli casuali. Se si vede una mosca, significa che il pittore ha scel-
to di inserirla, fosse o non fosse presente nel momento che dipingeva. La selezione corrispon-
de al suo punto di vista, fisico e soprattutto esistenziale. Potremmo dire anche fisiologico, se
c’è chi, come lo scienziato Stuart Anstis, ha supposto che le figure così particolari realizzate da
El Greco dipendessero da un suo possibile astigmatismo
2
.
Nel caso di pittura non figurativa abbiamo a che fare con elaborazioni di immagini totalmente
svincolate dalla realtà, che si formano nella mente dell’autore senza aver preso a modello nien-
te di concreto. Nell’astrattismo, in tutte le sue correnti, abbiamo una libera riproduzione delle
forme che in certi stati d’animo una persona può immaginare. Il criterio utilitaristico scompa-
re del tutto: l’immagine non documenta, né ferma sulla tela qualcosa di interessante, meritevo-
le di passare alla storia. Si comunica una sensazione totalmente soggettiva. Sta al ricevente
essere disposto a mettersi su quella lunghezza d’onda, lasciandosi andare a delle sensazioni –
non necessariamente le stesse – come ha fatto il pittore.
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1
A. Alexeieff,
Elogio del film d’animazione,
in G. Bendazzi
, Cartoons – Il cinema d’animazione 1888-1988,
Marsilio, Venezia 1988, pp. XVIII-XIX.
2
Cornea fantasiosa
, in "Panorama", n. 41, 19 ottobre 1995, p. 195.
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