ni tecniche dei pionieri si sposano agli ultimi, rifrangenti enigmi e sperimentati gangli emotivi
della incombente, vorticosa postmodernità.
Quaranta registi sono molti ma anche pochissimi: altrettanti e anzi molti, molti di più recla-
merebbero ugualmente di essere scomodati, raccontati, indagati, rivisitati… Quaranta lezioni a
nome e in vece di ottanta, quattrocento, o mille nomi e opere magne, implicano una scelta dra-
stica, radicale quanto opinabile. Ma aggregano e favoriscono un percorso, un itinerario creati-
vo, un tormento o incanto espressivo, un’effimera scorciatoia che taglia un secolo… e nel
nostro, un millennio dopo, riaffiora!
“Lo spazio di ogni vita di un uomo dura la storia” recita in
Autobiologia
il poeta Giovanni
Giudici, “– non / è vero che dura millenni”…
(cfr. il vasto e recente volume: Plinio Perilli,
Costruire lo Sguardo
. CinemArchitettura. “Storia
sinestetica del Cinema in quaranta grandi registi”, Gruppo Mancosu Editore, Roma, 2009, pp.
516, interamente illustrato e a colori, Euro 68,00. I quaranta illustri e ben variati registi sono,
in regolare ordine storico-cronologico, e dunque di esposizione: Chaplin, Ejzenštejn, Lang,
Dreyer, Clair, Camerini, Blasetti, Buñuel, Carné, Disney, Hitchcock, Welles, Rossellini, De
Sica, Visconti, Antonioni, Fellini, Rosi, Wilder, Minnelli, Leone, Spielberg, Argento,
Kurosawa, Bergman, Tati, Kubrick, Pasolini, Truffaut, Godard, Polanski, Bertolucci,
Bellocchio, Allen, Scorsese, Wenders, Moretti, Almodóvar, Tarantino, Greenaway.)
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