un nome che ritroveremo:
“
Io e gli altri invitati ci trovavamo di fronte a un piccolo schermo, simile a quelli che usavamo
per le proiezioni con la lanterna Molteni, e dopo qualche istante comparve una fotografia ferma
della piazza Bellecour di Lione. Un po’ stupito, mi girai verso il mio vicino per dirgli: «E ci
hanno scomodati solo per farci vedere delle proiezioni [di fotografie]? È da più di dieci anni
che ne faccio». Non avevo neanche finito di parlare, quando vidi avanzare verso di noi un
cavallo che trainava un furgone, seguito da altre carrozze, poi da passanti. Insomma, tutta
l’animazione di una strada. Di fronte a quello spettacolo restammo ammutoliti, a bocca aper-
ta, meravigliati oltre ogni dire
1
.
È probabile che sia solo leggenda, ma si racconta da
sempre che tra i tanti film proiettati quella sera, tutti
della durata di pochi secondi, uno scatenò il panico
tra gli spettatori. Si tratta del famoso
Arrivo di un
treno alla stazione di La Ciotat
in cui i Lumière
mostravano una locomotiva avvicinarsi alla cine-
presa in modo da creare un effetto di profondità tale
che il locomotore sembrava uscire dallo schermo.
Forse inconsapevolmente, i due fratelli avevano
scoperto la portata spettacolare della loro invenzio-
ne. Oltre a treni, barche, scene di strada e quadretti
familiari, tutti rigorosamente ripresi dal vero, tra i
primi film realizzati troviamo anche
L’innaffiatore
innaffiato
. La differenza tra questo e gli altri sta nel
fatto che si tratta del primo film di finzione, dove si
rappresenta appositamente per la macchina da presa una scenetta comica, con lo scopo preciso
di divertire gli spettatori. Anche questa è una piccola rivoluzione: di fatto si inventa il cinema
di intrattenimento, una nuova forma di racconto. Certo i due fratelli non ne dovevano essere
troppo convinti, visto che la stessa sera, all’attento Georges Méliès interessato ad acquistarne il
brevetto, Louis Lumière pare abbia risposto: «Il cinematografo è un’invenzione senza futuro
commerciale»
2
.
Méliès, illusionista e fantasista, vedeva più lontano. Si deve a
lui, infatti, se il cinema ha avuto lo sviluppo che conosciamo.
Nel suo laboratorio cominciò a elaborare trucchi che gli permi-
sero di superare ciò che era solito fare in teatro. Nelle sue mani
il film non era più una fotografia documentaria in movimento,
ma un racconto fantastico, al pari dei viaggi straordinari raccon-
tati negli stessi anni da Giulio Verne. Anche le durate si allun-
gano e nasce il montaggio: un film non è più formato da una
sola inquadratura, ma da una serie assemblata insieme con un
ordine logico e cronologico. Nasce così nel 1902 il suo capola-
voro
Il viaggio nella luna
, un successo internazionale. Già, per-
ché nel frattempo la fama della nuova invenzione si era diffusa
ovunque e cominciavano a nascere i primi baracconi e poi le
prime sale destinate alle visioni di film. Ricorda Méliès:
Terminai le riprese di
Le voyage dans la lune
nell’agosto 1902.
Nello stesso mese le prime copie del film furono vendute in ter-
ritorio francese. […] I miei film non erano coperti da copyright
negli Stati Uniti. Per questo motivo
Le voyage dans la lune
poté
essere riprodotto in ogni dove; fui pertanto costretto ad aprire
un ufficio a New York per depositare, da allora in avanti, le
2
Da
Arrivo di un treno alla stazione di la
Ciotat
, 1895 - 1899
1
Emmanuelle Toulet,
Il cinematografo invenzione del secolo
, Universale Electa/Gallimard, 1994, pp. 14-15. Il libro è un’uti-
le, agile e completa guida alla conoscenza dei primi anni di vita del cinema, con un ottimo apparato iconografico.
2
Louis e Auguste Lumière,
Noi, inventori del cinema. Interviste e scritti scelti 1894-1954
, Editrice Il Castoro, Milano 1995,
p. 16. Il libro, va da sé, è un interessante strumento per conoscere meglio le idee dei due inventori.
Locandina per il film
Il viaggio
nella luna
, 1902