PERCORSO DI EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE
L’immagine in movimento: il cinema
di Marco Vanelli
(Terza parte)
L’invenzione dei fratelli Lumière, che ha da poco
compiuto un secolo, non ha segnato solo un perfe-
zionamento tecnico della fotografia, ma ha aperto
nuove possibilità
espressive
che hanno permesso
la nascita di una inedita forma d’arte e di spettaco-
lo. Per questo possiamo parlare a tutti gli effetti di
linguaggio cinematografico: esso racchiude tutta la
tradizione iconica precedente, ma le aggiunge una
caratteristica propria: il
movimento
. In realtà sap-
piamo bene che dovremmo parlare di illusione del
movimento, poiché le singole immagini di cui è
composto un film (i fotogrammi) sono immagini
fisse; è il proiettore che le fa scorrere ad una velo-
cità costante (24 fotogrammi al secondo) ed è il
nostro occhio che a tale velocità non riesce più a
distinguere un fotogramma dall’altro.
Ma al di là del procedimento tecnico, dal punto di
vista espressivo è il movimento da noi percepito ad
essere significativo. Ad esso dedicheremo parte
della nostra riflessione, cercando di riconoscerne
le principali categorie. Inoltre a differenza della
pittura o della fotografia, il cinema si serve del
tempo
, oltre dello spazio dell’inquadratura,
sotto la forma della
durata prestabilita
. Cercheremo di vedere perciò come influisce questo
aspetto nel suo linguaggio specifico.
Infine a partire dal 1927 il cinema è anche
sonoro
. Questa invenzione non ha segnato una sem-
plice aggiunta a quanto esisteva, ma ha permesso lo sviluppo di un nuovo tipo di immagine fil-
mica: quella
audio-visiva
. Vedremo la portata di questo arricchimento, unito a quello del colo-
re che per ultimo ha portato un contributo espressivo al linguaggio filmico.
L’immagine in movimento
Ciò che colpì gli spettatori presenti al
Grand
Café
del
Boulevard des Capucines
a Parigi, la
mitica sera del 28 dicembre 1895, invitati ad
assistere alla prima proiezione cinematografica,
fu la combinazione tra più elementi espressivi: la
fedeltà fotografica, la suggestione di una proie-
zione e il movimento. Se le prime due potevano
considerarsi ormai dati acquisiti delle conoscen-
ze e del gusto del pubblico, la terza – il movi-
mento – era una novità rivoluzionaria. Ciò che la
pittura aveva spesso cercato di suggerire, che il
fumetto si sforzerà di rendere, il cinema lo pre-
sentava senza convenzioni: tale e quale alla real-
tà. Tra gli spettatori vi è anche Georges Méliès,
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Louis e Auguste Lumière
Foto di Marcellin Aurolle, 1896